Cosa è andato a fare l’uomo in kaki a Bruxelles, magari ha parlato con i leader europei di un prossimo allargamento della guerra a partire dalla Moldova? Proprio oggi, venerdì 10 febbraio 2023, in Moldova si è aperta una crisi di governo che, vista la difficile situazione del Paese, può davvero condurre verso una destabilizzazione…
Spesso le visite ufficiali si compongono di due parti. Una è pubblica e l’altra, più importante, si svolge a porte chiuse. Ieri, giovedì 9 febbraio 2023, Zelensky si è recato presso le istituzioni dell’Unione europea. Indossava come sempre un abbigliamento tale da richiamare quello militare. La parte pubblica della visita non ha prodotto novità o risultati degni di nota.
ZELENSKY A BRUXELLES, LA FUFFA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI
Zelensky ha chiesto che l’Ucraina entri nell’Ue entro la fine di quest’anno ma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha spiegato durante la conferenza stampa che non c’è una tempistica predefinita. Traduzione: ciaone. Ha chiesto anche aerei da combattimento e ha ottenuto le vaghe promesse che peraltro erano già nell’aria. Infine, ha perorato la causa di ulteriori sanzioni alla Russia. Ah, come no!, queste sono già stabilite da tempo per il 24 febbraio 2023. Praticamente, il nulla.
Rientrano nella parte pubblica della visita di Zelensky a Bruxelles anche i calorosi saluti, le foto di gruppo, gli applausi del Parlamento europeo. Ma si tratta di simboli e di messaggi destinati all’opinione pubblica.
Depurata di tutto questo, cosa resta della visita? Ovviamente non si conosce cosa i leader europei e Zelensky si sono detti una volta che la porta si è chiusa alle loro spalle. Ciò che è pubblicamente noto disegna uno scenario composto da diversi elementi.
LE PAROLE DI ZELENSKY SULLA MOLDOVA
Innanzitutto, in questo momento non sembrano esserci grandi spazi per le trattative di pace. Per l’Ucraina, vincere la guerra (cosa su cui insiste la retorica occidentale) significa riconquistare la Crimea e i territori del Donbass ora occupati dalla Russia: ma perfino secondo il Pentagono non ci sono speranze. In altre parole, se si vuole conciare la Russia in modo tale che non possa attaccare mai più (cosa su cui la retorica Ue spesso insiste) è necessario un intervento ancor più diretto dell’Occidente e un allargamento del conflitto.
Infine – ultimo elemento del quadro pubblicamente noto – ieri a Bruxelles Zelensky ha dichiarato che i servizi segreti dell’Ucraina hanno intercettato il piano della Russia per distruggere la Moldova.
SI È DIMESSO IL GOVERNO DELLA MOLDOVA
Sempre ieri, la Moldova ha rincarato parlando di un tentativo russo di destabilizzazione. Oggi il governo moldavo si è dimesso. Sempre oggi la Moldova dice che, durante i bombardamenti dell’Ucraina, un missile russo è entrato nel suo spazio aereo.
La Moldova è poverissima e la guerra in Ucraina ha aggravato la situazione. Si è appiattita sull’atlantismo e stende la mano verso Bruxelles per ricevere aiuti. La terribile situazione economica ha provocato proteste di piazza contro il governo. Sono state soffocate facendo ricorso allo stato di emergenza. Inoltre la Moldova contiene una sorta di Donbass: la Transnistria filo-russa e di fatto indipendente. Praticamente, il Paese è una polveriera. Una polveriera che ora, con la crisi di governo, è anche decapitata e può facilmente andare incontro all’instabilità.
Le parole di Zelensky a Bruxelles sulla Moldova e la crisi di governo possono ovviamente essere pure coincidenze. Ma in questa guerra anche le coincidenze possono essere pericolose.
GIULIA BURGAZZI