Stati Uniti e Occidente, che hanno improntato la guerra in Ucraina al logoramento della Russia, ora temono di finire dalla Russia logorati. È il sunto di quanto si è detto su due proposte di pace, che gli Stati Uniti avrebbero presentato alla Russia. E che la Russia avrebbe rifiutato.
Di tali proposte hanno parlato indiscrezioni giornalistiche del prestigioso Washington Post statunitense e del quotidiano svizzero di lingua tedesca Neue Zürcher Zeitung. Quest’ultimo articolo è di giovedì 2 febbraio 2023.
Se il nostro riassunto è realistico, spiega anche perché, appena ottenuti i carri armati, l’Ucraina ha chiesto aerei da combattimento e perfino l’atomica. Se si andrà per le lunghe senza essere in posizione di forza, bisogna adeguatamente attrezzarsi. La prospettiva peraltro mette i brividi, non solo per l’eventualità di uno scenario nucleare ma anche per il lungo tempo e le enormi sofferenze che si prospettano, prima di vedere l’uscita da questo orribile tunnel. Dopo il quale, a quanto scrive lo Neue Zürcher Zeitung, gli Stati Uniti sarebbero fortemente tentati di allestirne subito un altro con la Cina. Ma andiamo con ordine.
LA PRIMA “OFFERTA” DI PACE
Ovviamente, le vere offerte di pace non si fanno sui giornali. Però quello che trapela può consentire di annusare da che parte tira il vento. E dunque annusiamo il Washington Post, che all’interno di un editoriale a pagamento ha riportato in modo implicito e contorto il succo di una proposta di pace statunitense formulata dal segretario di Stato Blinken. Molto più illuminante (e da leggere per prima) la splendida traduzione che ne fa John Helmer. È un giornalista: un cremlinologo, come si diceva una volta.
Secondo Helmer, il segretario di Stato statunitense Blinken avrebbe offerto alla Russia la Crimea, il Donbass, Zaporizhzhia, Kherson e il ponte di terra con la Crimea. Avrebbe anche offerto la smilitarizzazione sostanziale dell’Ucraina, con il ritiro delle armi nella parte occidentale del Paese. Per inciso (ma Helmer non lo dice) è più di quanto la Russia aveva invano chiesto nel dicembre 2021 per evitare la guerra. Sempre secondo Helmer, queste offerte avrebbero ovviamente uno scopo. Avverrebbero “in cambio di uno stop all’offensiva che la Russia ha preparato”.
Di solito le offerte di pace pubblicate sui giornali ricevono una smentita. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha fatto un’eccezione alla regola. Ha ammesso di aver ricevuto “un certo messaggio” da Blinken attraverso l’Egitto. Pur affermando che la Russia è sempre aperta a serie offerte di pace, ha dichiarato che la proposta di Blinken era in realtà del tipo “ritiratevi dall’Ucraina e tutto finirà bene”. Dunque la Russia l’ha rifiutata.
LA RUSSIA RIFIUTA PURE LA SECONDA PROPOSTA?
E ora la (vera o presunta) proposta di pace di ieri, quella che il Neue Zürcher Zeitung ha rivelato. L’articolo non è su internet ma il Newsweek ne la ripreso il contenuto in inglese. Stavolta l’avrebbe formulata il direttore della Cia, William Burns. Come d’uso, la Casa Bianca ha già smentito.
La proposta attribuita a Burns ha un punto in comune con quella attribuita a Blinken. Si tratta dell’offerta del 20% del territorio ucraino. Il presidente statunitense Biden vorrebbe concentrarsi (ovvero concentrare il Risiko planetario) sul confronto fra Usa e Cina. Sarebbe dunque disposto a dar via un quinto dell’Ucraina “per evitare una lunga guerra”.
La Russia, scrive il Newsweek in base all’articolo del Neue Zürcher Zeitung, avrebbe detto di no perché “sul lungo periodo in ogni caso noi vinceremo”.
Dunque, gli Usa che volevano logorare la Russia temono di risultare logorati dal confronto con la Russia stessa. Inoltre la guerra in Ucraina presumibilmente sarà lunga e magari si intreccerà con lo scontro diretto fra Stati Uniti e Cina.
DOPO LA RUSSIA, LO SCENARIO CINESE
Gli Stati Uniti non hanno ancora chiuso con la Russia e già vogliono vedersela con la Cina. Non li sfiora neanche il pensiero che Russia e Cina si coalizzino contro di loro? Dovrebbero considerare l’ipotesi con attenzione, perché gli Usa non sono in grado di reggere una guerra su due fronti: e figuriamoci su tre.
Che gli Usa non possono sostenere una guerra su due fronti, l’ha ammesso il segretario di Stato Blinken durante una conferenza stampa poco prima di Natale. A fine 2021 gli Usa si sono ritirati dall’Afghanistan (in gran fretta e disordinatamente, bisognerebbe aggiungere) perché, in traduzione: “Se fossimo ancora in Afghanistan, questo – credo – avrebbe reso molto più complicato il supporto che abbiamo potuto dare all’Ucraina, e che altri hanno potuto darle, affinché fosse in grado di resistere all’aggressione russa e respingerla”.
Cioè, questi non sono in grado di tenere l’Afghanistan – grande come uno sputo sulla carta geografica, con rispetto parlando – e di aiutare contemporaneamente l’Ucraina. Però vogliono affrontare la Cina.
A prescindere dal torto e dalla ragione, a prescindere da quanto sia esecrabile ogni guerra: ma si rendono conto di quello che stanno dicendo? Il Cielo la mandi buona a coloro che subiscono le decisioni dell’Impero d’Occidente.
GIULIA BURGAZZI