L’Ucraina chiede la bomba atomica all’Occidente. In meno di 10 giorni ha ottenuto i carri armati, ha invocato gli aerei da guerra, la cui consegna sembra ormai sul piano inclinato, e ora passa al livello successivo.
Lo ha esplicitato l’ambasciatore ucraino in Germania, Oleksiy Makeyev, durante un’intervista in inglese all’emittente televisiva pubblica tedesca Deutsche Welle in data martedì 31 gennaio 2023. Accompagna questo articolo il video dell’intervista. Non è possibile avviare la riproduzione a partire dal ragionamento attraverso il quale Makeyev chiede l’atomica. Per ascoltarlo subito, è necessario spostare il cursore a 10 minuti e 54 secondi dall’inizio.
L’UCRAINA CHIEDE LA BOMBA ATOMICA
L’ambasciatore non è un autorevole tizio qualsiasi che parla a titolo personale. Rappresenta il Capo di Stato del proprio Paese. Quindi le parole di Makeyev sono qualcosa in più di un’esternazione estemporanea.
Prima di arrivare all’atomica, Makeyev insiste sul “fate presto”. Tutte le esitazioni occidentali nel fornire armi all’Ucraina corrispondono a vite umane perdute, sostiene; l’Ucraina deve liberare l’intero territorio nazionale, Crimea compresa; è nell’interesse di tutto il mondo fermare l’aggressione della Russia.
E poi viene al punto. La Russia, dice in sostanza, in passato non ha rispettato gli accordi che essa stessa ha firmato e che riguardavano l’Ucraina e la sua integrità territoriale. Non ha rispettato né il memorandum di Budapest né gli accordi di Minsk. Prosegue: questo è stato un brutto segnale per tutti i Paesi del mondo. Hanno capito che solo le armi nucleari sono in grado di mettere al riparo dall’attacco di un simile aggressore. Per questo vogliamo iniziare la discussione.
IL MEMORANDUM DI BUDAPEST E GLI ACCORDI DI MINSK
Per completezza, è il caso di aggiungere qualche elemento a quelli ricordati dall’ambasciatore. Gli accordi di Minsk, del 2014, volevano porre fine alla guerra civile iniziata in quello stesso anno fra l’Ucraina e le forze separatiste filo-russe del Donbass. Angela Merkel, allora cancelliera tedesca, ha dichiarato circa un mese fa che quegli accordi furono un modo per prendere tempo, in attesa che l’Ucraina diventasse militarmente forte.
Quanto alla guerra civile in Ucraina, essa scoppiò quando le manifestazioni violente note come Euromaidan rovesciarono un regime in buoni rapporti sia con la Russia sia con l’Occidente per instaurarne uno visceralmente anti-russo e filo-occidentale. L’allora vicesegretario di Stato Usa per gli affari europei, Victoria Nuland, era in piazza con i manifestanti e distribuiva loro dolci. Qualcosa vorrà pur dire…
Il memorandum di Budapest fu l’accordo internazionale con il quale l’Ucraina rinunciò nel 1994 alle armi nucleari che costituivano la sua parte dell’eredità sovietica. Si inquadrava nelle famose promesse fatte dagli Stati uniti nel 1990 e 1991 a Gorbaciov, allora alla guida di un’Unione Sovietica in via di acclarata distruzione. Queste promesse dicevano: la Nato non si allargherà di un solo centimetro verso Est.
LE PROMESSE DISATTESE DELLA NATO
Promesse solo verbali. Non risultano scritte in nessun trattato. Gli Stati Uniti le pronunciarono quando la Nato, ad Est, si arrestava con la Germania fresca di unificazione. Al di là della Germania, verso Est c’erano i Paesi del Patto di Varsavia. Un patto declinante quanto l’Unione Sovietica attorno alla quale orbitava.
La Nato invece si è allargata verso Est inglobando i Paesi del defunto Patto di Varsavia. Ha inglobato anche Paesi che facevano parte dell’Unione Sovietica, come le Repubbliche Baltiche. La Costituzione dell’Ucraina – che faceva parte dell’Urss – dopo Euromaidan prevede che il Paese aderisca alla Nato.
La memoria di quelle promesse verbali degli Stati Uniti – la Nato non si allargherà di un solo centimetro verso Est – è in uno spezzone di telegiornale del 1990. Un utente di Twitter l’ha recuperato pochi giorni fa. Si tratta di un telegiornale tedesco, con sottotitoli in inglese.
La famosa garanzia del Segretario di Stato americano James Baker “non un pollice verso est” sull’espansione della NATO nel suo incontro con il leader sovietico Mikhail Gorbaciov il 9 febbraio 1990,
(segue) https://t.co/M3dvNVGZSm pic.twitter.com/whsWHhWZwV
— Lukyluke31 (@Lukyluke311) January 27, 2023
GIULIA BURGAZZI