La potente Unione europea sta ricattando la piccola Serbia per indurla a modificare radicalmente la sua politica estera. Vuole che volti le spalle alla Russia, che adotti anch’essa le sanzioni e che riconosca il Kosovo. Per usare il linguaggio più forbito delle cronache, a questo proposito l’Ue sta esercitando grandi pressioni sulla Serbia. Le ha prospettato, se non accetta, conseguenze pesanti e gravi.
Fino al confine russo, l’Europa si identifica con l’Unione europea e con i suoi satelliti, ma con due eccezioni: la Serbia e la Bielorussia. La Bielorussia tuttavia è in una posizione geograficamente periferica ed è pienamente allineata con la Russia. Invece la Serbia è un’isola, circondata dall’Ue e dai Paesi che guardano all’Ue con occhi a forma di cuore, ed è buoni rapporti sia la Russia sia con Bruxelles. Ha fatto domanda di ingresso nell’Unione europea nel 2009 e dal 2012 è nel limbo dei Paesi candidati.
SERBIA E UCRAINA: DUE PESI E DUE MISURE
Ora i venti di guerra soffiano impetuosi. L’Unione europea, evidentemente, vuole allineare a se stessa la Serbia per eliminare l’enclave disomogenea situata all’interno della propria sfera, per il resto compatta anche dal punto di vista territoriale.
Si tratta di un comportamento comprensibile dal punto di vista geopolitico: un punto di vista che dunque prescinde dagli interessi dei cittadini e da qualsiasi giudizio. Non è comprensibile tuttavia il fatto che le categorie morali si usino solo per la guerra in Ucraina (“c’è un aggressore e un aggredito”) e non vengano scomodate per il ricatto con il quale l’Ue intende piegare Belgrado.
Si può anche osservare che, prima dello scoppio della guerra, il blocco occidentale al quale l’Ue è omogenea si riempiva la bocca con la necessità che l’Ucraina fosse l’unico arbitro del proprio destino. Tocca solo all’Ucraina, dicevano di fronte alle preoccupazioni russe, decidere se entrare o meno nella Nato! Ora invece nemmeno un sopracciglio si alza di fronte al trattamento inflitto alla Serbia per piegarla ad una volontà diversa dalla sua.
IL RICATTO DELL’UNIONE EUROPEA
Cosa vuole l’Ue dalla Serbia? Fondamentalmente due cose. Vuole innanzitutto il riconoscimento di fatto del Kosovo, il territorio che ha proclamato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia e che è sostanzialmente un protettorato di Ue e Nato. A questo proposito, è pronto il piano franco-tedesco. Manca solo la firma di Belgrado.
In secondo luogo, l’Ue vuole che la Serbia si unisca alle sanzioni contro la Russia. Quest’ultima potrebbe essere una proposta impossibile da rifiutare.
Impossibile da rifiutare perché, se la Serbia si ostinasse a proposito di Kosovo e Russia, le verrebbe schierata contro l’intera potenza di fuoco dell’Ue. Ritiro dei capitali europei. Istituzione di un regime di visti per attraversare i confini. Addio a qualsiasi integrazione europea. Misure politiche e commerciali in grado di danneggiare pesantemente la Serbia.
E poi, certo, nella narrazione occidentale la Serbia, se deciderà di rendersi omogenea all’Ue, lo farà ovviamente di sua spontanea volontà. Lo farà esclusivamente in nome dei valori occidentali.
GIULIA BURGAZZI