La Cina accelera i piani di riunificazione con Taiwan, l’isola di fatto indipendente che da sempre ritiene sua e che gli Stati Uniti difendono. Aumenta così ancora la tensione, già molto alta, fra Pechino e Washington.
A fronte di palesi mosse cinesi per Taiwan, la Terza guerra mondiale sarebbe praticamente ad un passo. Del resto, a proposito di Taiwan – e non solo a quel proposito – gli Usa si comportano come se il mondo fosse troppo piccolo per ospitare qualcuno con un ruolo pari al loro. Se il vento non cambia, questo nodo prima o poi verrà dolorosamente al pettine.
LA STRATEGIA CINESE SU TAIWAN
Di un’accelerazione nella “riunificazione” con Taiwan ha parlato all’inizio di questa settimana Li Yihu, che fa parte della commissione Esteri del Congresso nazionale del popolo. Si tratta di un’istituzione cinese in qualche modo assimilabile ad un parlamento occidentale. Li Yihu è anche docente universitario e presidente dell’Istituto di studi taiwanesi. Dati questi ruoli ufficiali, difficile pensare che le sue affermazioni siano poco attendibili.
Li Yihu ha rilasciato le dichiarazioni sulla “accelerazione” al South China morning post, una testata in lingua inglese ritenuta vicina al governo cinese. Ha aggiunto, in traduzione: “La strategia generale del Partito [comunista] per risolvere la questione di Taiwan nella nuova era ha sostanzialmente preso forma; gli obiettivi strategici e il focus della futura causa di riunificazione sono diventati anche molto chiari“.
L’intervista di Li Yihu non precisa in cosa consistano la strategia e gli obiettivi in questione. Tuttavia è decisamente inverosimile che, per attuare la riunificazione, la Cina intenda cedere la propria sovranità al governo di Taiwan. Piuttosto il contrario. La Cina intende cioè acquisire rapidamente il controllo su una Taiwan che gli Stati Uniti trattano e armano come se fosse la prossima Ucraina.
LA CINA TRA RUSSIA E OCCIDENTE
L’accelerazione della “riunificazione” con Taiwan si inserisce nel contesto dello scontro fra Russia e Occidente a proposito dell’Ucraina. In questo scontro, la Cina è vicina alla Russia e le fornisce materiale utile sul campo di battaglia. L’Occidente ha snobbato il piano di pace cinese per l’Ucraina. Probabilmente la Cina teme che dopo la Russia tocchi a lei: e dunque preferisce prendere l’iniziativa anziché subirla.
L’ultima mossa statunitense per Taiwan consiste nella decisione di venderle armamenti e missili per un valore massimo di 619 milioni di dollari. Gli Usa l’hanno presa ieri, mercoledì primo marzo 2023. La Cina vede una cosa del genere come il fumo negli occhi, o anche peggio.
Peraltro, la Cina ha visto come il fumo negli occhi, o anche peggio, una serie di azioni degli Usa a proposito di Taiwan. Le ultime della serie: l’addestramento su suolo Usa di un battaglione dell’esercito di Taiwan e le visite a Taiwan di esponenti di alto rango delle istituzioni statunitensi.
Fino a qualche tempo fa, le cariche istituzionali Usa non andavano quasi mai a Taiwan proprio per non irritare la Cina. Tutt’al più, si recava a Taiwan qualche figura di basso profilo. Nell’estate scorsa, il viaggio di Nancy Pelosi – allora terza carica dello Stato – ha segnato l’inversione ad “U” di questa linea prudente. Ora gli Usa preparano l’arrivo a Taiwan di Kevin McCarthy, il successore di Pelosi.
GIULIA BURGAZZI