Forse la proposta di pace per l’Ucraina che la Cina si accinge a rendere pubblica può essere letto come un tentativo – l’ultimo? – per scongiurare un diretto coinvolgimento della Cina stessa nel conflitto: a fianco della Russia, ovviamente. Sarebbe la Terza guerra mondiale conclamata: ma vari indizi portano a prendere in considerazione l’ipotesi.
In due parole: negli ultimi giorni è diventato chiaro che la Cina ora fornisce alla Russia materiale utile sul campo di battaglia. Inoltre, gli Usa non smettono di stuzzicare la Cina su Taiwan. Sono tutti ulteriori elementi di tensione. Sembra che il mondo stia andando in pezzi e non è bello per nessuno: neanche per la Cina, che prova a disinnescare. Ma se non ci riesce?
GUERRA E PACE
Bisogna considerare anche un altro elemento. Come ha ammesso durante una conferenza stampa a dicembre 2022 il segretario di Stato americano Blinken, gli Stati Uniti non possono reggere un conflitto su due fronti. Per la precisione, Blinken ha detto: se gli Usa fossero rimasti in Afghanistan, sarebbe stato più complicato aiutare l’Ucraina. Considerazione ovvia: figurarsi se, anziché con Ucraina e Afghanistan, i due fronti del conflitto fossero con Russia e Cina. In un quadro del genere, la Cina può ben comportarsi in modo, diciamo, più assertivo.
Magari la Cina ha appunto considerato questo quadro. Sta di fatto che è ormai quasi co-belligerante della Russia. Il passo per diventare sua alleata è breve. Ma intanto la Cina parla di pace. Non sarebbe male prenderla sul serio. E invece…
E invece l’Occidente ha accolto con scetticismo la notizia del piano di pace cinese per l’Ucraina, anche perché prenderlo sul serio significherebbe ridurre di fatto il peso statunitense sugli equilibri europei. Dietro questo annunciato piano di pace ci sono però pericolose tensioni crescenti fra Occidente e Cina. La pace, o un cessate il fuoco, le congelerebbe e perfino forse le mitigherebbe. Altrimenti è ben difficile pensare che non aumentino ancora.
LA CINA E TAIWAN
Cominciamo da Taiwan: la prossima Ucraina, come disse un generale statunitense.
La Cina considera Taiwan parte del proprio territorio nazionale, anche se l’isola è di fatto autonoma e difesa dagli Stati Uniti. Per non irritare la Cina, fino a poco tempo fa le visite di personalità statunitensi a Taiwan erano rare come mosche bianche.
Ma in questi giorni sono a Taiwan il vice segretario alla Difesa, Michael Chase (mancano conferme ufficiali), e una delegazione di parlamentari. Sullo sfondo c’è il viaggio a Taiwan dell’emulo di Nancy Pelosi, il presidente della Camera Kevin McCarthy. Partirà perfino lui: la terza carica dello Stato.
Oltre a Taiwan, sono motivo di tensione anche i crescenti sospetti dell’Occidente sul fatto che la Cina fornisca sostegno attivo alla Russia in Ucraina. Molte volte gli Stati Uniti hanno minacciato la Cina. L’hanno avvertita, come si dice in linguaggio diplomatico, di dure conseguenze qualora essa vendesse alla Russia armi per la guerra in Ucraina.
LA CINA FORNIRÀ ARMI ALLA RUSSIA?
Ma negli ultimi giorni vari blasonati media occidentali mainstream scrivono che la Cina dà alla Russia equipaggiamenti utili in guerra. C’è una sorta di escalation negli articoli.
All’inizio di questo mese di febbraio 2023 il New York Post ha riferito di pezzi di ricambio cinesi per jet da combattimento russi e di sistemi di navigazione per elicotteri. Poco dopo la testata tedesca Deutsche Well ha parlato di sistemi elettronici utili sia in ambito civile sia in ambito militare.
Il Wall Street Journal ha lanciato la metaforica bomba lo scorso giovedì 18 febbraio 2023: la Russia usa droni cinesi sul campo di battaglia. Subito dopo, venerdì 19 febbraio 2023, l’ennesimo monito statunitense: guai se la Cina fornisce armi alla Russia. Ieri, domenica 19 febbraio 2023, le parole del segretario di Stato Usa: c’è la possibilità che la Cina sia sul punto di fornire vere e proprie armi alla Russia. Un’altra piccola escalation: stavolta di minacce e di parole.
Il piano di pace cinese può costituire un’uscita di sicurezza da questa brutta situazione. Sempre che lo si voglia considerare.
GIULIA BURGAZZI