A Washington la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha di fatto accettato che l’industria statunitense strangoli quella europea. Questo è il primo, vero significato del suo comunicato stampa congiunto con il presidente Usa Biden del 10 marzo 2023. L’Unione europea è così sempre più servo sciocco e feudo degli Usa.

Nel comunicato stampa congiunto c’è anche un altro concetto, complementare al primo: la Ue volta sempre più le spalle al commercio con la Cina, che pure le è vitale, e si prepara a comprare tutto negli Usa. Una sòla tipo quella del gas liquefatto statunitense – stracaro e scarso – importato al posto del gas russo, che invece era abbondante e poco costoso.

Il combinato disposto di queste novità è appunto che l’Ue diventa feudo economico degli Usa. Una situazione del genere ha prodotto irritazione addirittura negli altri centri di potere che popolano l’Ue.

CREPE ALL’INTERNO DELL’UNIONE EUROPEA

I media italiani la buttano quasi sul folkloristico. Scrivono che il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nell’ambito della storica rivalità con von der Leyen, ha chiesto un parere legale sulla validità degli accordi che la stessa von der Leyen ha stipulato a Washington.

Non c’è traccia di questo sui media internazionali specializzati in vicende Ue e solitamente bene informati. Si legge però dell’irritazione e della contrarietà di Charles Michel rispetto alla posizione più dura che von der Leyen ha preso a Washington rispetto agli scambi commerciali fra Ue e Cina. Se si pensa che lo stesso Michel aveva comunicato sgarbatamente alla Cina l’intenzione di ridurre gli scambi commerciali, ci si rende conto di cosa può aver combinato von der Leyen in proposito. Ma anche questa è solo la punta dell’iceberg.

MATERIE PRIME E INCENTIVI ALL’INDUSTRIA

Le vere sirene di allarme sono altre. Riguardano i rapporti commerciali fra Ue ed Usa.

Il comunicato stampa congiunto di Biden e von der Leyen parla in sostanza della volontà di costruire approcci allineati fra Ue ed Usa a proposito delle catene di approvvigionamento. Traduzione: l’Ue comprerà innanzitutto dagli Usa, che pur essendo più ricchi dell’Europa a proposito di materie prime non sono mica la Cina. Ovviamente, gli Usa penseranno alle proprie necessità prima che alle necessità altrui…

Ancora il comunicato stampa congiunto recita: Ue ed Usa eviteranno che i rispettivi incentivi all’industria danneggino i loro scambi commerciali. Traduzione: gli incentivi varati dall’Ue non potranno essere più consistenti degli incentivi varati dagli Usa e tutt’al più potranno allinearsi a questi ultimi.

Il riferimento è all’Inflation Reduction Act statunitense, che comprende sussidi statali all’industria green per centinaia di miliardi di dollari. Pochi giorni fa, in risposta all’Inflation Reduction Act statunitense, l’Ue ha approvato un quadro relativo agli aiuti di stato all’industria green. Ora sappiamo quale fine farà il quadro.

L’INDUSTRIA DELL’AUTO ELETTRICA

Ursula von der Leyen è tornata da Washington anche con una carotina, e non solo con il bastone che si abbatterà sull’industria europea. Ma si tratta di una carotina risibile. Riguarda gli incentivi all’acquisto di auto elettriche negli Usa. Ora gli Usa offrono vantaggi fiscali solo per l’acquisto di veicoli prodotti o assemblati in Nord America e con gran parte dei componenti di provenienza nordamericana. In futuro, gli Usa incentiveranno anche l’acquisto di veicoli con materie prime critiche estratte o lavorate nell’Unione europea.

Sai quante materie prime critiche per le auto elettriche possiamo estrarre nell’Ue, Ursula! Sarà necessario importarle. Ma da chi?

Finora l’Ue ha importato materie prime dalla Russia – tuttavia le sanzioni hanno ridotto le importazioni al lumicino – e dalla Cina. Ora l’approccio allineato con gli Usa a proposito delle catene di approvvigionamento farà sì che, stringi stringi, l’Europa debba acquistare le materie prime critiche negli Usa. Dopodiché le auto elettriche prodotte in Europa con materiali provenienti dagli Usa potranno godere degli incentivi alla vendita in Usa nella stessa misura in cui ne godono le auto elettriche prodotte negli Usa.

Ebbene sì, è proprio questa – e questa soltanto – la carotina che von der Leyen ha portato a Bruxelles da Washington.

GIULIA BURGAZZI

AIUTACI A FARE LUCE DOVE REGNA L'OMBRA

2261 SOSTENITORI MENSILI ATTIVI
OBIETTIVO 3000