L’Ucraina ha comprato borracce per l’esercito pagando al fornitore un prezzo 13 volte superiore a quello di mercato.

Lo scandalo delle borracce d’oro per l’esercito ucraino, emerso in questi giorni, si aggiunge così a quello di un mese e mezzo fa: le derrate alimentari destinate ai soldati acquistate in quantità degne del commercio all’ingrosso ma pagate dal governo a prezzo doppi o tripli rispetto a quelli dei negozi che vendono al dettaglio.

LE BORRACCE DELL’ESERCITO UCRAINO

La notizia delle borracce d’oro viene da un sito ucraino di informazione, Glavcom. Qui una delle poche riprese in inglese. Il Ministero della Difesa ha acquistato 100 mila borracce, pagando 7,9 dollari (circa 7,4 euro) per ciascuna di esse. Però il valore reale di una borraccia è pari all’incirca a 0,59 dollari, cioè 55 centesimi di euro. 13 volte in meno: roba da far impallidire le patate, le uova e tutte le forniture dell’altro scandalo. Sull’intero lotto di borracce, la differenza fra prezzo di acquisto e valore reale ammonterebbe a 700 mila dollari.

Si può aggiungere che quei 700 mila dollari per le borracce dell’esercito in realtà vengono perlopiù dalle tasche dei contribuenti occidentali, italiani compresi: non dai contribuenti ucraini. Uno scandalo a spese nostre, insomma.

L’Ucraina è infatti uno Stato praticamente fallito. Lo tiene in piedi solo il botto di soldi (e di armi) che l’Occidente le assegna affinché combatta contro la Russia. Il finanziatore più generoso è l’Unione europea; seguono gli Stati Uniti. Prima della guerra, l’Ucraina marcia di corruzione era un argomento dei media mainstream. Perfino l’Unione europea si metteva le mani nei capelli. Adesso questi discorsi sembrano passati di moda: eppure sono drammaticamente attuali.

L’IPOTESI DI CORRUZIONE

A quanto scrive Glavcom, lo scandalo delle borracce d’oro per l’esercito è emerso in seguito all’attività dell’ufficio nazionale anti corruzione.

Tuttavia ci sarebbe da domandarsi se in Ucraina l’avvio di indagini per corruzione non costituisca uno strumento dei regolamenti di conti all’interno dell’apparato statale. O se per salvarsi dalle accuse di corruzione non serva una purezza specchiata, ma serva piuttosto il possesso di informazioni sulla corruzione altrui. Praticamente, la capacità di ricattare.

Sempre secondo Glavcom, tuttavia, non risultano ancora esplicite accuse di corruzione. La società che ha ricevuto la commessa per le borracce ha sede a Kiev. Le avrebbe acquistate all’estero. Le borracce  e i rivestimenti sono entrati separatamente in Ucraina. Hanno provveduto, rispettivamente, uno spedizioniere di Singapore e uno spedizioniere belga. Il Ministero della Difesa si è difeso asserendo di non conoscere il prezzo effettivo di una borraccia.

Fin qui le cronache. Acquistare una fornitura per l’esercito senza avere idea del suo valore di mercato. Sembra assolutamente inverosimile. Se fosse vero, cadono le braccia. E se non fosse vero, l’ipotesi della corruzione si affaccerebbe prepotentemente.

Che sia incapacità o che sia corruzione, resta il fatto che le borracce d’oro le ha pagate l’Occidente. Le abbiamo pagate anche noi italiani.

GIULIA BURGAZZI

 

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