In caso di guerra contro la Cina nello stretto di Taiwan, gli Stati Uniti finirebbero in meno di una settimana i proiettili di precisione a lunga gittata. Più in generale, hanno gli arsenali semivuoti e l’industria non è in grado di soddisfare le necessità derivanti da una prolungata guerra convenzionale.
Lo afferma uno studio fresco di pubblicazione del Csis, Center for Strategic and International Studies. Si tratta di un think tank statunitense specializzato in difesa e relazioni internazionali.
Il risultato dello studio è in grado di far saltare sulla sedia l’establishment statunitense. Ha fatto un bel salto, ad esempio, il Wall Street Journal. Ha dedicato alla faccenda un lungo articolo incentrato sull’enorme quantità di armi inghiottite dall’insaziabile Ucraina per la guerra contro la Russia.
DOPO LA RUSSIA, LA CINA
Però è anche possibile fare considerazioni ben diverse. Vuoi mica che al Pentagono e alla Casa Bianca non abbiano il minimo sentore degli arsenali così insufficienti e così vuoti? Non possono nemmeno ignorare che il pur previsto aumento della spesa militare (a prescindere dalle risorse sottratte ad altri e ben più utili settori della spesa pubblica) impiegherà degli anni per produrre frutti.
Tuttavia, dopo aver svegliato l’orso russo in Ucraina, gli Usa stanno stuzzicando il drago cinese. È in preparazione la visita a Taiwan della terza carica dello Stato, ad esempio. Sarà la replica del viaggio di Nancy Pelosi che fece tremare il mondo, dal momento che la Cina ritiene Taiwan parte del suo territorio nazionale.
IN CASO DI GUERRA, L’ARSENALE ATOMICO?
Gli Usa non reggerebbero una guerra convenzionale ma si comportano come se non avessero paura di entrare in guerra. Perché?
Una risposta può venire dall’inventario delle armi atomiche nel mondo aggiornato al 2022 e messo on line dalla Fas, Federation of American Scientists.
Gli arsenali Usa custodiscono 5.428 armi nucleari. Sono secondi solo alla Russia, che ne ha 5.997. Gli altri Paesi sono ben più indietro: le armi nucleari a disposizione di Cina e Francia, rispettivamente terza e quarta in classifica, sono poche centinaia.
Dunque, dalla politica estera statunitense – diciamo – assai poco conciliante e dal fatto che gli Usa finirebbero i proiettili convenzionali in una settimana si può trarre una conclusione della quale c’è da aver paura. E cioè che gli Usa basano solo sull’eventuale uso del loro arsenale nucleare l’atteggiamento che fa loro gonfiare i muscoli di fronte al mondo.
GIULIA BURGAZZI