Ma chi si rivede! Col vaiolo delle scimmie, o monkeypox, si torna a parlare di contatti stretti, vaccini, quarantene. Ieri, mercoledì 25, una circolare del ministero della Salute ha tolto la polvere all’armamentario e al lessico del Covid, passato di moda con lo scoppio della guerra in Ucraina. Soprattutto, ad ogni giorno che passa, diventano palesi e più numerose le, diciamo, stranezze che accompagnano la comparsa della malattia in Occidente. Diventano palesi anche le contraddizioni di istituzioni scientifiche ed esperti. Uno dice bianco, l’altro dice nero.

Stranezze e contraddizioni, innanzitutto, a proposito della strettissima somiglianza – o meno – fra il vaiolo delle scimmie endemico in alcune zone dell’Africa, che si trasmette più che altro in seguito al contatto con animali infetti, e quello  manifestatosi in Europa, Italia compresa, ed in altre parti del mondo.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ci sono prove che il virus sia mutato. Però in Portogallo (uno dei Paesi in cui il vaiolo delle scimmie di è manifestato per primo e con un buon numero di casi) gli scienziati sostengono che il virus presenta 50 mutazioni rispetto ai focolai africani del 2018-2019. E’ un numero di gran lunga superiore a quello che sarebbe logico attendersi, dicono. Mettono per questo in guardia rispetto alla possibilità che il virus abbia compiuto un salto evolutivo.

Dove, quando, come l’ha compiuto, ‘sto presunto salto? Altro mistero. Certo, i virus mutano spontaneamente: ma il Covid ha tolto il coperchio alla brutta abitudine di giocare coi virus nei laboratori. Non ci sono indizi in proposito, al momento, per il vaiolo delle scimmie. Ma con il Covid c’è voluto un bel po’ di tempo prima che la cosa emergesse e venisse presa sul serio.

E poi, le modalità di trasmissione. Vari casi – non tutti – si sono verificati fra uomini che fanno sesso con uomini e sono legati a festival e rave alle Canarie ed in Belgio. La malattia si diffonde principalmente attraverso contatti sessuali fra maschi, proclama un esperto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, seppure evitando di pronunciare il vocabolo “omosessuale”. Orrore e raccapriccio! Le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità condannano la narrazione omofoba.

Altra stranezza: si sono manifestati più o meno contemporaneamente focolai di una malattia ben rara che, almeno in parte, paiono fra loro non collegati. Può darsi che il vaiolo delle scimmie sia in circolazione da anni in Occidente e che si sia diffuso senza essere individuato e notato, scrive l’autorevole quotidiano britannico Guardian riportando il parere di uno scienziato.

Come si faccia a non notare ed individuare una malattia che ti fa venire le bolle sulla pelle, resta un mistero. Siamo forse di fronte ad un vaiolo (delle scimmie) che può essere asintomatico come il Covid? A posto, siamo…

E infine, i vaccini raccomandati almeno ad alcuni operatori sanitari dalla circolare di ieri del ministero della Salute. Fino agli Anni 70, i bambini facevano le vaccinazioni antivaiolose grazie alle quali il terribile vaiolo vero e proprio è scomparso dalla faccia della Terra. L’antivaiolosa classica, della quale sono muniti tutti gli over 50, offre una buona protezione anche contro il vaiolo delle scimmie: e fin qui, non ci piove. Ma per quanto tempo è efficace l’antivaiolosa?

Quando di vaiolo delle scimmie ancora non si parlava, l’Istituto Superiore di Sanità riportava che l’efficacia della vaccinazione antivaiolosa cominciava a decrescere dopo 3-5 anni. Lo testimonia l’internet wayback machine, il servizio web che consente di recuperare ciò che è cancellato dal web. Quel passaggio non esiste più nella versione della pagina ora on line: l’efficacia dell’antivaiolosa classica dunque perdura immutata nel tempo.

Questo, almeno, secondo l’Istituto Superiore di Sanità. Perché secondo il suo omologo statunitense, il CDC, le persone esposte al vaiolo delle scimmie che hanno ricevuto la vaccinazione antivaiolosa da più di tre anni devono prendere in considerazione l’ipotesi di vaccinarsi di nuovo.

E, naturalmente, ora è disponibile una vaccinazione antivaiolosa esplicitamente efficace anche rispetto al vaiolo delle scimmie. Hanno aperto la strada gli Stati Uniti, ordinando 13 milioni di dosi. La Germania ha subito rilanciato, comprandone altre 40 mila. La giostra ricomincia a girare. E magari fra un po’ ci si accorgerà, come per il Covid, che si buttano via quintalate di dosi inutili: naturalmente dopo averle pagate.

GIULIA BURGAZZI

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