La farsa durata molti mesi ha prodotto ieri, lunedì 19 dicembre 2022, un accordo sul tetto UE al prezzo del gas. Ma anche l’accordo, per certi versi, è una farsa. Infatti non definisce una cifra massima oltre la quale il gas non potrà più rincarare. Prevede inoltre potenti deroghe all’applicazione.
Alla fine, il tetto UE al prezzo del gas è come il gatto di Schrödinger: esiste, ma contemporaneamente non esiste. Eppure i giornaloni nostrani lo osannano come salvifico. Pia illusione. Oltretutto, nessuno si aspetti un benefico effetto sulle bollette.
Infatti il tetto scatterà (se scatterà) quando il gas raggiungerà come minimissimo i 180 euro al MWh. Adesso, che pagare le bollette significa cavare lacrime sudore e sangue, il gas costa circa 108 euro al MWh. Per 15 anni, e fino al 2021, il prezzo del gas ha oscillato attorno al 20 euro al MWh.
L’accordo sul tetto è stato raggiunto in seno al Consiglio UE, l’organo dell’Unione Europea che rappresenta i governi degli Stati membri. Sarà in vigore per un anno a partire dal 15 febbraio 2023.
Come spiega il comunicato stampa, si tratta di un accordo politico. Significa che è definita l’impostazione: ma non i dettagli nei quali, come dice il proverbio, il diavolo si nasconde. A parte questo, l’accordo si compone di due parti. La prima riguarda il meccanismo in base al quale si forma la cifra del tetto. La seconda, le deroghe all’applicazione del tetto stesso.
Innanzitutto, il tetto riguarda solo il gas liquefatto (il gas russo che arriva dai gasdotti al quale l’UE ha voltato scriteriatamente le spalle costa pochissimo) trattato al TTF di Amsterdam. Il TTF è il mercato speculativo che stabilisce il prezzo del gas in Europa. Non basta. Al TTF, il tetto si applica (se si applica) solo ai contratti derivati per il gas in consegna nel mese successivo, nei tre mesi successivi e nell’anno successivo. Se il tetto entra in vigore, vietato stipulare al TTF questi tre tipi di contratti per cifre superiori.
E ora, il meccanismo per definire la cifra del tetto. Questa cifra è pari al prezzo al MWh del gas liquefatto sui mercati internazionali, maggiorato di 35 euro. Significa che in Europa il gas liquefatto al massimo costerà 35 euro al MWh in più rispetto al resto del mondo? Per niente. Qui infatti entrano in gioco le condizioni per l’entrata in vigore del tetto.
Le condizioni per l’entrata in vigore del tetto sono queste. Sui mercati internazionali, il prezzo del gas liquefatto dovrà superare almeno i 145 euro al MWh per tre giorni consecutivi; contemporaneamente, al TTF di Amsterdam il prezzo dovrà essere più alto di 35 euro al MWh. In pratica, il tetto scatterà solo quando il gas raggiungerà al minimissimo i 180 euro al MWh.
Se si verificheranno queste condizioni, il tetto potrà entrare in vigore per 20 giorni. Potrà entrare in vigore: ma non è detto. Infatti esistono varie deroghe alla sua applicazione.
Le deroghe all’applicazione del tetto scatteranno se la domanda di gas aumenterà del 15% in un mese o del 10% in due mesi, se le quantità di gas trattato al TTF saranno significativamente più basse rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, se le importazioni di gas liquefatto nell’UE diminuiranno in modo significativo.
L’ultima deroga all’applicazione del tetto UE al prezzo del gas è quella veramente importante. Infatti in un regime di libero mercato quale quello prescritto dall’UE, un calmiere fa scappare i potenziali fornitori. Che in caso di entrata in vigore del tetto prevedibilmente evaporeranno. E dunque, il tetto di prezzo c’è, ma contemporaneamente non c’è. Come il gatto di Schrödinger, appunto.
GIULIA BURGAZZI