Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare di dipendente pubblico che ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio perché sospeso dal lavoro e dalla in quanto privo di certificazione verde. Il lavoratore, dipendente del Ministero della Giustizia, si era rivolto al Tar  per chiedere l’annullamento del provvedimento notificato lo scorso 4 gennaio e che lo sospendeva dal servizio e dalla retribuzione fino a che non avesse completato il ciclo vaccinale.

Nell’accogliere l’istanza cautelare,con decreto n. 726/2022,  il Tar ha motivato la decisione affermando che: “Sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile”.

Nell’istanza  vengono sollevate anche questioni relativi a profili di illegittimità costituzionale delle norme che impongono la certificazione vaccinale a certe categorie di lavoratori pubblici, che saranno trattate  in maniera collegiale dal Tar il prossimo 25 febbraio.

Non è la prima volta che il Tribunale Amministrativo si pronuncia contro le norme varate dal governo con l’obbiettivo dichiarato di contrastare la diffusione del coronavirus.

Per due volte infatti il Tar aveva bocciato il protocollo del Ministero della Salute che prevedeva, come uniche terapie utilizzabili per il trattamento dei pazienti covid, la tachipirina e la vigile attesa.  In entrambi i casi il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza con decreto, affermando  che tale protocollo prevede “raccomandazioni e non prescrizioni”.

Ma non c’è solo il Tar, anche altri tribunali hanno accolto le istanze di quelli che, con termine dispregiativo, vengono chiamati “no vax”. Il giudice del Lavoro Giulio Cruciani, del tribunale di Velletri, ha di fatto reinserito un’infermiera della Asl Roma 6 che si era rifiutata di sottoporsi al siero sperimentale con un’ordinanza destinata a far discutere.

Le notizie dai tribunali, pian piano, cominciano a pesare: molto importante è anche quella recentissima che riguarda un medico vaccinatore indagato per aver vaccinato una persona che avrebbe dovuto esentare, e che per le conseguenze del vaccino è deceduta. Lo “scudo penale” probabilmente non funziona così bene come speravano i medici dell’hub, lautamente pagati.

Quello che appare evidente è che dopo due anni di delirio pandemico, in cui tutti i diritti costituzionali sono stati sospesi nel plauso dei media e nel silenzio della magistratura, alcuni politici, giornalisti e magistrati, iniziano a riposizionarsi e a tornare ai principi costituzionali e di semplice buon senso che erano stati cancellati da una narrazione apocalittica che ormai ha fatto il suo tempo.

ARNALDO VITANGELI

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