Alla faccia dei proclami e delle sanzioni UE, la Polonia riprende le importazioni di petrolio russo. Ha chiesto alla Russia di consegnarglielo già in questo mese di dicembre e poi ancora durante il 2023. I russi dicono che la Germania ha fatto la stessa cosa. La Germania smentisce.

La notizia, data dall’occidentalissima e solitamente precisissima agenzia di stampa Reuters, significa due cose. Primo, è una bella botta di Realpolitik, come direbbero i tedeschi. Il petrolio russo serve; se il denaro non puzza, come asseriva l’imperatore Vespasiano, non puzza neanche il petrolio russo. Secondo, la richiesta rende ancora più spinoso per l’Italia e per altri Paesi europei il cetriolone delle sanzioni UE alla Russia, che vietano – sì – di acquistare petrolio russo: ma solo se importato via mare. Fu l’Ungheria ad ottenerlo, per salvaguardare il suo interesse nazionale. L’oleodotto dalla Russia non arriva in Italia, ma tocca appunto l’Ungheria e altri Paesi dell’Europa centrale ed orientale: Germania e Polonia comprese.

L’oleodotto Druzhba risale ai tempi dell’Unione Sovietica. Insieme alle sue diramazioni, è l’unica via che ora consente le importazioni di petrolio russo nell’UE.

Infatti il tetto UE al prezzo del petrolio russo riguarda i servizi di certificazione ed assicurazione offerti alle petroliere che lo trasportano. L’Unione Europea schifa così tanto il petrolio russo che non si è neanche riservata il diritto di acquistarlo dalle petroliere che rispettano il suo stesso tetto. E invece…

E invece, a quanto scrive l’agenzia Reuters, la Polonia – il falco dei falchi anti-russi – ha chiesto a Transneft, la società controllata dallo Stato russo che gestisce gli oleodotti, di consegnarle 360 mila tonnellate di petrolio già in questo mese di dicembre. Ha chiesto inoltre tre milioni di tonnellate nell’arco del 2023.

La Germania smentisce di avere ordinato petrolio russo via gasdotto. Tuttavia, sempre a quanto riporta Reuters, Transneft sostiene di aver ricevuto un ordine tedesco per il primo trimestre 2023.

Chissà se e come l’Occidente digerirà la mossa polacca. Anche il gas russo serve – non solo il petrolio – e il sabotaggio del gasdotto Nord Stream, in settembre, ha costretto la Germania a scacciare qualsiasi tentazione di acquistarlo. Sarà interessante vedere se l’oleodotto Druzhba andrà incontro ad un simile destino.

GIULIA BURGAZZI

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