«Appoggio e avvaloro il ripristino della legalità, dei princìpi costituzionali e della democrazia mancanti in Italia in questo momento. Siamo attualmente senza libertà e senza sicurezza al posto del buon senso imperano poca chiarezza e poca lungimiranza».

Martino Zanetti, presidente del gruppo Hausbrandt produttore del noto caffè, ha diffuso una nota a sostegno della battaglia portata avanti dai portuali di Trieste, osservando come

«la libertà personale è stata messa in secondo piano nel nome di una falsa tutela collettiva con il risultato di non avere né l’una né l’altra. Si richiede un impegno corale, con l’attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, per affrontare la situazione critica e guidare il Paese verso una ripresa effettiva».

Con la voce di Zanetti si allarga il fronte degli industriali contrari al Green Pass. Nelle scorse settimane aveva fatto discutere la scelta del Gruppo Macro e di Uno Editori di disertare il Sana di Bologna e il Salone del Libro di Torino come forma di protesta contro il certificato verde.

L’elenco delle aziende controcorrente è lungo, sebbene i media mainstream prediligano dare voce agli imprenditori che appoggiano le scelte del governo (dalla Conad che aveva chiesto che i dipendenti non vaccinati andassero in aspettativa non retribuita all’ad di Kiko che aveva elogiato l’applicazione “seria e rigorosa” del Green Pass).

Sempre più aziende hanno deciso di venire incontro ai lavoratori che non sono vaccinati, facendosi carico dei costi dei tamponi, chi per trenta giorni, chi fino al 31 dicembre: si va dall’ex Ilva a NaturaSì, fino ad alcuni terminalisti del porto di Genova (il terminal Psa di Prà e il Porto Petroli).

Il presidente di NaturaSì, Fabio Brescacin, aveva emesso un comunicato stampa in cui spiegava l’intenzione di “permettere a tutti i lavoratori di svolgere la propria attività in azienda liberamente, contribuendo come Gruppo al costo dei test previsti dalla legge”. La sua scelta aveva destato clamore e il rimprovero social di Burioni che aveva lanciato un boicottaggio della catena di supermercati.

Dopo il caso apripista di NaturaSì, anche la cooperativa “Idea sociale” di Treviso ha inviato una lettera aperta ai suoi collaboratori annunciando di voler sostenere, parzialmente, i costi dei tamponi per i lavoratori contrari alla vaccinazione. La lettera, a firma della presidente Luciana Mellone, è stata condivisa anche sulle pagine social della cooperativa dove ha riscosso decine di commenti e reazioni di sostegno.

Sulla stessa linea Sailmaker International srl, azienda di Numana (Ancona) del settore arredamenti tessili, tessuti per vele, telonerie navali e marittime, che ha annunciato che sosterrà in toto, fino a fine anno, il costo dei tamponi necessari per il Green Pass dei propri dipendenti affinché in «nessun caso e a nessuno venga vietato il sacrosanto diritto al lavoro». Farà lo stesso Piquadro: il colosso emiliano, leader nel settore degli accessori in pelle, pagherà i test al personale fino alla fine dell’anno.

Favorevole alla linea del test gratuito anche Ducati. In Emilia Romagna sono da segnalare i casi di aziende nel settore del packaging e della meccanica come, Ima, Ducati Motor, Bonfiglioli riduttori, Toyota, dove si sono messi a punto accordi per andare incontro ai dipendenti non vaccinati che devono sostenere i costi dei tamponi. La scelta di queste imprese di offrire i tamponi gratuitamente a proprie spese dovrebbe essere elogiata e proposta come esempio, perché coniuga la difesa della salute e dell’economia, sebbene sia stigmatizzata dai virologi star e dai media, perché il vero obiettivo del Green Pass è esasperare i lavoratori non vaccinati, spingendoli obtorto collo a sottoporsi a inoculazione.

Molti utenti hanno lanciato una campagna di sostegno a favore di quegli imprenditori che con coscienza e coraggio hanno deciso di supportare i propri dipendenti non vaccinati, garantendo loro il sacrosanto diritto al lavoro. Questo è il momento in cui tutti coloro che portano avanti una battaglia contro la discriminazione del lasciapassare verde si uniscano al coro delle voci libere che hanno preso una posizione divergente nei confronti della deriva liberticida in corso, decidendo di mettere i dipendenti al primo posto.

Ricordiamoci, anche in futuro, di chi è stato dalla parte della libertà e dei diritti dei lavoratori.

ENRICA PERUCCHIETTI

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