New York è divenuto il sesto Stato degli Stati Uniti dove è legale seppellire un corpo in maniera tale che divenga letteralmente “concime per le piante”.
La nuova governatrice Kathy Hochul, già nota per altre pratiche avanguardiste, ha firmato lo scorso giugno una legge per quello che gli ambientalisti ultra progressisti chiamano “compostaggio umano”
Adesso quella legge è ufficialmente in vigore.
Prima di New York, già lo Stato di Washington aveva legalizzato il procedimento nel 2019, seguito a ruota da Colorado e Oregon nel 2021, e infine da Vermont e California nel 2022.
Ma come avviene concretamente il processo di compostaggio?
Gli addetti sistemano il corpo in un contenitore riutilizzabile insieme ad altro materiale vegetale come ad esempio piccoli pezzi di legno, erba medica e paglia. Basta poi attendere appena un mese affinché la natura faccia il proprio corso.
Il risultato è qualcosa come ben 36 sacchi di concime ricco di nutrienti pronto all’utilizzo.
Il concime, una volta imbustato, viene poi restituito alla famiglia o ad altro ente o persona, secondo quanto desiderato dal defunto, e a quel punto se ne può fare ciò che si vuole.
Si possono riempire vasi per i fiori preferiti, arricchire la terra dell’orto dove le zucchine magari non crescono, oppure disperderlo nel bosco, affinché gli alberi ne traggano nutrimento.
Ovviamente non tutti sono d’accordo con Kathy Hochul e con la sua visione ultra green.
Non tutti condividono la nuova frontiera dei salvatori della Terra, secondo cui non basta vivere da ecologisti, ma si deve anche morire tali, fino a donare il proprio corpo alla causa di Greta.
Ad esempio, alcuni rappresentanti della Chiesa cattolica di New York si sono detti inorriditi dalla pratica.
Non si può considerare il corpo di un defunto come materiale di scarto. O meglio come un qualsiasi altro materiale di scarto.
“Le persone religiose, i cattolici non dovrebbero fare opposizione a questa disposizione che riconcilia perfettamente ogni tassello del creato”, dice Cathlin Doughty, impresaria di pompe funebri.
Ma a questa visione conservatrice risponde anche Recompose, un servizio funebre specializzato in compostaggio umano, che invece si definisce “progressista per missione”.
Katrina Spade, imprenditrice funebre dal pollice verde e fondatrice di Recompose, definisce il compostaggio come “morte ecologica”.
Non c’è nulla di sbagliato nel voler divenire terra per nutrire l’ambiente in equilibrio perfetto con l’ecosistema.
Così si legge in una delle pagine del sito correlato. New York Times, BBC, The Guardian, o CBS News, sono solo alcuni media che promuovono i servizi di Recompose nel mondo dell’informazione.
La Spade aggiunge:
Persino la cremazione, cosa che per alcuni sarebbe assolutamente valida, non è ecosostenibile, dato che utilizza mezzi di combustione come il carbon fossile.
Il compostaggio umano, una pratica che dovrebbe divenire sempre più comune secondo la Spade, è anche economico, se si pensa ai prezzi dei funerali e delle tombe negli Usa.
Solo 7.000 dollari in un’unica soluzione, oppure in tre opzioni di rateazione, proprio per essere anche economicamente sostenibile.
Recompose inizia la sua missione nel 2011, quando la ricerca per un’alternativa alla sepoltura comincia, fino ad arrivare al 2016 al primo Ted Talk con la presentazione ufficiale del progetto.
Nel 2019 a Seattle arriva il primo via libera della legge e già allora vi erano investitori (di cui non si menziona il nome) che avevano donato ben 6,5 milioni di dollari alla causa.
Questo avanguardismo della morte sembra essere in piena sintonia con il diktat del World Economic Forum. Essere eco-sostenibili non si applica solo agli oggetti e alle coltivazioni ma anche all’uomo.
Gli individui sono i primi a non dover essere di peso per la Terra. Non solo la plastica o il vetro.
Eppure la sepoltura e il degno rispetto per i morti sono stati i primi segni di civiltà sulla Terra. Chi non ricorda le necropoli etrusche, vere e proprie città destinate ai cari che avevano lasciato la vita materiale?
Seppellire i defunti rappresenta una vera e propria svolta nell’evoluzione, ciò che comincia a distinguere gli uomini dagli animali. Il morto non viene più abbandonato ma, sistemato con cura, diviene oggetto di cordoglio, ricordo, omaggio.
Se si pensa alla grecità, chi moriva insepolto addirittura rimaneva maledetto dagli dei, come mirabilmente racconta Sofocle nell’Antigone.
In nome di leggi non scritte, ma proprio per questo forse più importanti delle altre, ogni individuo ha sempre avuto diritto alla propria sepoltura.
Ed è stato così per centinaia di anni, fino al momento in cui qualcuno ci ha detto che tutto era sbagliato. Dovevamo abbandonare ogni retaggio culturale e ogni tradizione.
Il naturale slancio metafisico dell’uomo finisce con il compostaggio, attraverso cui ogni tendenza all’alto viene riportata forzatamente alla terra.
E ad oggi un nuovo capitolo si aggiunge al diktat del Wef.
Dopo “non possiederai nulla e sarai felice”, adesso è il momento di “non sarai nulla (se non compost) e sarai felice”.
MARTINA GIUNTOLI