Il mondo fuori dalla porta di casa sta crollando a pezzi, il prezzo alla pompa di benzina é inarrivabile, l’inflazione limita spese e spesucce, i potenti raccontano di minacce nucleari e nel mentre avvisano della nuova pandemia galattica, Durham perde il suo primo caso importante, di Ghislaine Maxwell si sa ormai poco o nulla perché le sue udienze non si possono trasmettere,  ma vuoi mettere un super polpettone primaverile come il processo Johnny Depp contro  Amber Heard? Imperdibile.

La saga Depp VS Heard é in poco tempo divenuta un trend mediatico di non poco conto. Si pensi che il canale Court TV, che ha trasmesso le sedute per intero, ha addirittura raddoppiato lo share giornaliero. Sui social, in particolare Twitter, sono stati creati gli hashtag più vari, alternando scandalo a ridicolaggine, tra un sorriso, una risata e una smorfia di sdegno.

Offriamo un recap della vicenda, che proprio ieri 1° giugno ha visto Johnny Depp giudicato non colpevole dalla giuria che seguiva il caso nella contea di Fairfax, in Virginia.

Tutto era cominciato quando Depp aveva denunciato per diffamazione la ex moglie Amber Heard per 50 milioni di dollari, accusandola per ciò che la stessa aveva incautamente dichiarato in un articolo del 2018 . La donna non parlava espressamente di Depp si sappia, tuttavia in quella circostanza si era definita “una figura pubblica rappresentante dell’abuso domestico“, iniziando l’infamante operazione mediatica nella posizione privilegiata di vittima (auto)dichiarata.

La Heard ha poi risposto alla denuncia di Depp per diffamazione con una contro denuncia, chiedendo ben 100 milioni di dollari all’attore visto che l’avvocato di Depp aveva risposto alla donna che “se Depp era un abusatore, lei era una bugiarda e aveva messo in piedi una bufala colossale“.  Entrambi poi si sono accusati di essersi distrutti le carriere a vicenda, in un botta e risposta degno della miglior soap opera anni Ottanta, con Depp che ha concluso dichiarando apertamente che se c’era qualcuno che aveva abusato di lui era stata proprio l’ex moglie.

Ma la questione ha radici ancora più lontane nel tempo. Vediamo come si origina la querelle che ha portato all’assoluzione di Depp arrivata nella giornata di ieri.

La Heard aveva per la prima volta accusato Depp di violenza domestica nel 2016, all’indomani della richiesta di divorzio dopo appena pochi mesi di matrimonio, facendo contemporaneamente emanare un ordine restrittivo nei confronti dell’ex marito. Peccato che quando l’accordo finanziario tra i due fu raggiunto, poi tutto scemò nel nulla. La Heard probabilmente aveva raggiunto ciò che voleva, ovvero assicurarsi una buona uscita dai molti zeri. E fu la stessa Heard ad affermarlo in una dichiarazione congiunta in cui ammette che tutto quel che ha affermato nel corso del raggiungimento dell’accordo post matrimoniale sono state solo menzogne.

Una volta ottenuto il cospicuo bonifico bancario, la stessa Heard dichiarò di voler donare il ricavato ad un ospedale per bambini e all’associazione ACLU, una nota associazione americana che si propone di garantire i diritti costituzionalmente garantiti. Ma esattamente la Heard, che é tutto tranne che una sprovveduta, cosa voleva comunicare con questa mossa se non il fatto che lei non stava davvero guadagnando nulla dal divorzio e che quindi  le sue accuse erano assolutamente vere? Questo era il messaggio che doveva passare al pubblico.

E dovrebbe bastare questo per fare di lei una vittima tout court? Non esattamente.

Fonti più che sicure,  ovvero la stessa ACLU, dichiarano che la Heard non avrebbe poi donato alle associazioni quanto sbandierato ai quattro venti, cosa che sicuramente supporta la considerazione pubblica della donna almeno come possibile mentitrice. Tuttavia, tutto cambia quando é inspiegabilmente proprio la stessa ACLU a nominarla ambasciatrice per i diritti delle donne, fatto in virtù del quale la Heard fa scrivere quel famoso articolo nel 2018 e tira nuovamente in ballo l’ex marito, e da cui si origina infine tutto il polverone dei giorni nostri.

Il pubblico, tuttavia, questa volta non ha creduto molto a quanto la donna ha riferito in aula, spesso definendola sui social grottesca, patetica e ridicola. Al contrario Depp ha ricevuto un supporto straordinario, anche da coloro che sostengono che sono sempre di più gli uomini che subiscono abusi domestici da parte delle donne, rilanciando il messaggio sui social con l’hashtag #believemalevictims e #womenabusetoo.

Se la Heard ha pensato di vincere una causa contro Depp per il solo fatto di essere donna, ha evidentemente sbagliato. Sempre più uomini si stanno organizzando in veri e propri movimenti contro moglie abusatrici e stanno persino vincendo cause anche quando sono i figli ad essere messi in mezzo, secondo il sacrosanto principio che non basta più essere donna per vincere una causa di violenza domestica, perché la violenza é violenza, chiunque la metta in atto.

L’hashtag #metoo, simbolo woke della violenza sulle donne ed invocato sui social a supporto della Heard, ha fallito la sua missione. Il mondo ultra liberal in generale che la Heard ha invocato ha fallito miseramente. 

La donna si é dichiarata rattristata perché “le pur forti prove contro l’ex marito non sono bastate” a farla vincere.

Ma dovrà abituarsi e farsene una ragione. E magari la prossima volta invocare l’hashtag giusto.

MARTINA GIUNTOLI

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