I grandi analisti, gli osservatori geopolitici da outlet riciclati dalle tv e dai giornali, dimostrando di non avere imparato la lezione della propaganda di Stato durante la pandemia, quando virologi e medici inanellavano figuracce una dietro l’altra facendo dichiarazioni smentite dai fatti il giorno successivo, ci hanno sempre parlato dell’armata russa come una specie di armata Brancaleone.
Inadeguato, disorganizzato, comandato da ufficiali incapaci, per quanto numericamente superiore rispetto a quello Ucraino, con in mano le moderne armi della Nato, sarebbe dovuto rimanere impantanato in un conflitto, sulla carta a loro favorevole, per colpa di mezzi e armi inadeguate: si erano spinti a divulgare video dove semplici civili portavano a casa mezzi corazzati russi, abbandonati perchè in panne o senza carburante.
Una era e propria propaganda, megafono dell’Ucraina, così gonfiata da diventare grottesca: faceva un po sorridere credere che il primo esercito del mondo potesse avere problemi del genere, che erano costati la ita a decine di Ufficiali.
Ma come diceva Seneca, “il tempo scopre la verità”, e se da una parte sono venuti a galla i veri retroscena che hanno comportato la morte di molti Generali della Federazione, strappa un sorriso, amaro a dire il vero vista la situazione, scoprire che la Nato spedisce armi a soldati ucraini, con un libretto di istruzioni in inglese che loro non sanno tradurre.
Lo dice “il Tempo”, quotidiano ben noto per le sue posizioni atlantiste, ma che in questo caso, è costretto a riportare la notizia.
Insomma dopo averci raccontato la favola della disfatta russa e del trionfo dell’Ucraina baluardo dei valori liberali occidentali, a 105 giorni dall’inizio del conflitto, la narrazione è costretta a virare, e a riportare senza darne troppa visibilità, anche notizie di taglio diverso.
” Gli americani hanno spedito un telemetro ad alta tecnologia denominato Jim Lr, uno strumento che, grazie al laser, è in grado di misurare la distanza da un oggetto presente nel campo visivo. Un’arma molto sofisticata. Forse, persino troppo per l’esercito ucraino. Nessuno tra i soldati è infatti riuscito a capirne il corretto funzionamento”
Christian Campigli, autore dell’articolo, spiega come non sia la prima volta: “Si era già verificato in Afghanistan, ed era costato moltissimo in termine di vite umane”.
“Il manuale di istruzioni, un malloppo di trecento pagine, era tutto in inglese. Così il sergente Pysanka ha tirato fuori dalla tasca il suo cellulare e, con la pazienza di un Certosino, ha cercato di comprendere il funzionamento di Jim Lr grazie a Google Translate”, spiega Il Tempo.
Davvero, se non si stesse parlando di armi e di vite umane sarebbe davvero comico immaginare la scena di un soldato che traduce con il cellulare il manuale di istruzioni di un’arma.
Sicuramente, visto il mancato monitoraggio della distribuzione delle armi inviate dall’occidente, queste armi moderne e letali finiranno nelle mani di chi le sa usare, o di chi, l’inglese invece, lo conosce molto bene.
Ancora una volta, è evidente una sorta di parallelismo tra la propaganda pandemica, e quella pro-ucraina, o meglio russofoba, denunciata più volte anche dall’ambasciata Russa in Italia: non si vuole dare la possibilità agli italiani cosa stia realmente accadendo, perchè questo costerebbe caro all’esecutivo.
Questa notizia fa coppia con quella dei Jet da guerra in scatola di montaggio, stile Ikea, che a questo punto è lecito domandarsi in che modo siano stati riassemblati dagli ucraini: sarà avanzato qualche pezzo?
ANTONIO ALBANESE
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