La manifestazione contro la guerra dei portuali di Genova è confermata per sabato 25 febbraio 2023.

Prende forma così un’altra iniziativa di piazza, che si terrà dopo quella firmata da Democrazia Sovrana e Popolare sabato 11 febbraio a Sanremo e in altre città: l’occasione è fornita dalla contestata partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al festival della canzone italiana; ne avevamo parlato qui e vi aggiorneremo presto sui dettagli tramite i canali di Visione Tv.

Per il resto all’orizzonte c’è poco altro, nonostante incomba il diretto coinvolgimento dell’Italia nel conflitto, mentre la netta maggioranza degli italiani è contraria all’invio di armi in Ucraina e vorrebbe la pace.

GLI ITALIANI SONO CONTRO LA GUERRA

Nei giorni scorsi, i sondaggi hanno preso a sberle la politica bellicista del governo. Il 54,8% degli italiani è contrario al rifinanziamento delle armi a Kiev, ha stabilito venerdì 27 gennaio Lab21.01 per Affari Italiani.

Inoltre sabato 28 gennaio il quotidiano La Stampa ha diffuso, solo per gli abbonati, il sondaggio Euromedia-Ghisleri con risultati talmente tranchant da essere ripresi su molti media. I contrari all’invio di armi e al sostegno bellico nei confronti dell’Ucraina raggiungono il 52%: la percentuale più alta dall’inizio della guerra.

Sempre secondo questo sondaggio, oltre il 60% degli italiani vuole in qualche modo obbligare Zelensky ad accettare la pace. Per la precisione, il 38% auspica che all’Ucraina venga imposto un cessate il fuoco frutto di un negoziato con i russi. Secondo un altro 25%, ridurre il sostegno all’Ucraina sarebbe utile per convincere Zelensky dell’impossibilità di vincere contro la Russia. Solo l’8%, invece, pensa che l’Occidente entrerà in guerra per salvare l’Ucraina anche a costo di perdere se stesso. Nessuno degli intervistati ha scelto l’opzione “I russi devono essere costretti a un negoziato”.

Eppure proprio su questo – sconfiggere la Russia per obbligarla a trattare – battono la grancassa i governi occidentali e i grandi media.

Nei due sondaggi provenienti da altrettanti istituti, qualche numero oscilla lievemente ma la sostanza non cambia ed è chiara. Gli italiani non vogliono la guerra e dicono stop alle armi per l’Ucraina.

LA MANIFESTAZIONE A GENOVA

Per quanto riguarda Genova, domenica 28 gennaio si è svolta una partecipata assemblea organizzativa, partita dal Collettivo autonomo lavoratori portuali (Calp) con l’appoggio dell’Unione sindacale di base (Usb).Sicuramente è possibile evidenziare l’eterogeneità dei partecipanti all’assemblea organizzativa o le quantomeno ambigue analisi che alcuni di essi effettuano su presunti cause e ruoli del conflitto.Ma al di là di ciò, è importante l’atteggiamento complessivo dell’opinione pubblica italiana: c’è un abisso fra governanti e governati, a proposito di invio di armi e coinvolgimento nell’escalation bellica, e anche l’occasione di Genova potrà evidenziarne la profondità.

GIULIA BURGAZZI

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