Non sapendo più come deturpare quella mascolinità ancestrale che non a caso oramai definiscono palesemente “tossica”, minando così dalle fondamenta l’immaginario virile dei giovanissimi, stravolgono i supereoi per trasformarli in proni, tremolanti e ipocondriaci consumatori di asettici giga.

In questo murale, istoriato lungo uno dei tanti lungomare italiani in piena epoca di covidiotismo, c’è tutto di tale degenerazione: c’è il vilipendio dell’idealismo (nel caso di Batman, la Giustizia), e la mortificazione di ogni sua potenzialità combattiva ed eroica.

C’è l’esaltazione della sedentarietà, diretto portato di quella digitalizzazione della vita umana che non riconosce più alcuna valenza a una corporeità fatta di agonismo e sprezzo del pericolo, ma che si prodiga per una mera idolatria della negatività da patogeni.

Infine, c’è la basicizzazione del linguaggio giovanile, oramai ridotto a farfuglii e mugugni digitali, supportati per iscritto da assurde lettere “unisex” come lo schwa, insufflate come clisteri politicamente corretti sin dentro i più autorevoli deretani di accademie linguistiche che sembravano inespugnabili.

Insomma, la foto in oggetto è un concentrato di quella regressione umana a cui vorrebbero soggiacesse, passivo e imbavagliato, ogni erede di Leonida, Giulio Cesare e Carlo Magno.

Povero Batman, da boomer eri un gran figo; ma da millennial sembri un povero derelitto cronicamente afflitto dai postumi d’una visita prostatica. Non è un caso che ai tempi d’oro sfilassi tu sul red carpet di Venezia, ma che ora, al tuo posto,  ci vadano proprio quelli che t’hanno recluso in casa a imbolsire o che insegnano ai giovani ad avere successo facendo incetta di like su tik tok.

HELMUT LEFTBUSTER

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