
Così parlò il Regime: l’Università Bicocca contro il prof. Broccolo
Nuova bufera televisiva, e non solo. Questa volta ci troviamo a Di Martedì, la trasmissione di Giovanni Floris a cui nella puntata di tre giorni fa ha partecipato Francesco Broccolo, medico dell’ Università Bicocca di Milano. Il Prof.Broccolo ha fatto delle dichiarazioni che hanno lasciato gli ospiti in studio a bocca aperta molto probabilmente perchè fuori dal coro, e palesemente in contrasto con la narrativa della serata. Le dichiarazioni hanno riguardato sia un aspetto prettamente clinico, ovvero i dati dell’ISS sulla ospedalizzazione dei più giovani, sia la natura del green pass.
“Nella fascia tra i 12 ed i 39 anni, le persone che hanno fatto il booster hanno maggiori possibilità di finire in ospedale rispetto a quelle che hanno fatte solo due dosi. Le spiegazioni potrebbero essere due dalla mia esperienza. La prima è che il paziente con tre dosi si sente al sicuro e quindi ha meno accortezze rispetto a chi ne ha due. Toglie la mascherina, non rispetta il distanziamento.”
Continua poi dicendo:
“(…)Poi c’è una problematica di ordine strettamente biologica, il cosiddetto fenomeno ADE. Questo si verifica quando c’è un titolo anticorpale molto alto che invece di neutralizzare il virus, e ricordiamo che la variante omicron è molto diversa dalla variante originaria per cui di fatto non tutti gli anticorpi neutralizzano il nuovo patogeno, fa produrre anticorpi che letteralmente traghettano il virus nelle cellule. Questo è un dato allarmante che si ripete da ben tre settimane.(…)”
Il medico infatti candidamente ammette che il vaccino non è neutralizzante perchè la variante in circolazione adesso è diversa rispetto a quella su cui il vaccino è stata preparata, e secondariamente che le dosi troppo ravvicinate provocano un fenomeno di iperstimolazione del sistema immunitario potenzialmente mortale. Broccolo tuttavia non si è fermato qui. Ha infatti rincarato la dose parlando di Green Pass, e parlando di come questo sia semplicemente figlio di una mera scelta politica, per niente medica.
Sui social, naturalmente, si è scatenato l’inferno. Alcuni medici di regime hanno addirittura rimproverato Floris di averlo invitato in trasmissione. Altri sono stati in silenzio. Invece la dichiarazione più eloquente è arrivata proprio dall‘Università Bicocca, l’istituzione presso cui Broccolo lavora.
Le opinioni espresse dal dottor Broccolo non rappresentano il pensiero dell’istituzione. Nostre ulteriori azioni e considerazioni a riguardo saranno tenute al di fuori del contesto social. Grazie della comprensione.
— Università degli Studi di Milano-Bicocca (@unimib) February 9, 2022
L’istituzione si dissocia ufficialmente con quanto detto in studio dal medico, e sottolinea che le parole pronunciate in trasmissione siano da riferirsi esclusivamente al pensiero dello scienziato e non ad un pensiero condiviso dell’università. Inoltre, la Bicocca fa intendere che molto probabilmente ci saranno anche ripercussioni per quel riguarda il rapporto lavorativo con lo scienziato.
Evidentemente, in questo mondo al contrario, quando i medici fanno il loro lavoro, curano, fanno ricerca o analizzano dati, devono seguire delle regole imposte dal loro datore di lavoro. Quando ancora la Costituzione non era carta straccia, l’articolo n.33 recitava che “(…) L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento(…)”. Oggi lo sono ancora, finchè non pesti i piedi al regime che ti versa lo stipendio.
MARTINA GIUNTOLI
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