Oltre che contro Iran e Bielorussia, l’Unione europea si accinge a varare nuove sanzioni alla Russia.

Stavolta, così come desidera l’Ucraina (che curiosamente suggerisce le politiche Ue pur non facendone parte), c’è la possibilità che le sanzioni riguardino anche l’industria nucleare civile. O almeno, lo dicono fonti russe che in Europa non si possono leggere direttamente perché considerate veicolo di propaganda.

Se davvero le sanzioni belliche colpiranno l’industria russa per il nucleare civile, nell’Ue 18 centrali nucleari non potranno fare altro che tirare giù la serranda, almeno per qualche tempo. Si tratta di quelle strutturalmente calibrate sul combustibile di fabbricazione russa. Tutte le altre avranno grossi problemi, dato che è di provenienza russa un terzo dell’uranio arricchito indispensabile per farle funzionare.

Sciorinare questi dati non significa certo fare gli avvocati dell’atomo. Anzi! Si tratta invece di sottolineare che la crisi energetica innescata dalle sanzioni già esistenti contro la Russia costituisce il momento peggiore per spegnere le centrali nucleari. Eppure…

Nell’Unione Europea sono in funzione 122 reattori nucleari. Da loro viene circa il 25% dell’energia elettrica prodotta nella stessa Ue.

Le 18 centrali nucleari calibrate sul combustibile russo si trovano nell’Europa orientale: è un’eredità del comune passato sovietico. Non hanno necessariamente un solo reattore ciascuna. In questi impianti, gli alloggiamenti per le barre del combustibile hanno sezione esagonale. Le barre di fabbricazione occidentale hanno invece sezione circolare.

Gli alloggiamenti esagonali si possono magari modificare. Tuttavia, nel caso, non è certo un’operazione che si effettua rapidamente e con i reattori funzionanti.

Ma, in caso di sanzioni, tutte le centrali nucleari situate nell’Unione Europea andrebbero incontro a guai. L’uranio in sé non sarebbe un grosso problema: viene infatti dalla Russia solo il 6% circa della produzione mondiale. Il problema, piuttosto, è che l’uranio non va direttamente dalla miniera alla centrale nucleare: deve prima passare da un impianto di arricchimento. La Russia detiene quasi la metà della capacità mondiale di arricchimento e fornisce oltre il 30% dell’uranio arricchito necessario alle centrali nucleari situate nell’Ue.

Di solito, le centrali nucleari hanno scorte di combustibile per un anno o due. Tuttavia, quante volte lo hanno detto i politici occidentali? Anche a guerra finita, nulla con la Russia sarà più come prima.

Gli stessi Stati Uniti hanno bisogno della Russia per far funzionare le loro centrali nucleari. Questo, insieme alle terre rare, è il loro tallone d’Achille. Non risulta che stiano meditando sanzioni in questo settore. Le sta meditando invece l’Unione europea, che con la gestione von der Leyen è diventata il kamikaze suicida dell’Occidente.

GIULIA BURGAZZI

 

 

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