Appena due giorni fa il primo grado del processo Maxwell ha trovato il suo verdetto, la giuria ha infatti ritenuto la socialite britannica  colpevole di 5 capi di imputazione su 6 , confermando che la donna fosse parte attiva nel traffico e reclutamento di minori per conto di Epstein.

A molti, tuttavia, è sembrata una vittoria mutilata, di italica memoria.

Da una parte  i legali della donna hanno già fatto sapere che procederanno e presenteranno ricorso, e contemporaneamente il giudice si è affrettato a mettere sotto chiave il famoso libriccino nero. Ma, questi non sono gli unici particolari che hanno lasciato il grande pubblico a bocca asciutta.

Molti si sono chiesti, ad esempio, il motivo per cui il giudice non abbia consentito a Virginia Giuffrè di poter testimoniare al processo. Ricordiamo che la Giuffrè fu colei che per prima non solo parlò degli abusi subiti, ma raccontò anche i dettagli della capillare organizzazione  di adescamento che la Maxwell aveva messo in piedi.

La Giuffrè inoltre è anche la maggiore accusatrice del Principe Andrea d’Inghilterra, contro il quale lo scorso agosto ha avviato una causa civile presso la corte di New York.

La ragazza infatti racconta di aver avuto contatti sessuali con il principe a Londra, in una delle residenze della Maxwell, poi a Manhattan, a casa di Epstein, e infine alle Isole Vergini.

Come è facile pensare,  il principe Andrea ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento e a tal proposito tutti ricorderanno  la  disastrosa intervista che il reale rilasciò alla BBC nel 2019.

Durante il colloquio con la giornalista, Andrea sembrò nervoso, assolutamente poco credibile e a tratti anche scomposto nelle risposte. Nessuno che abbia mai visto quelle immagini può realisticamente pensare che il principe pronunciasse parole sincere e sentite.

Da allora l’unica risposta che la Casa Reale ha dato è stata quella di aver allontanato il principe dagli impegni ufficiali, e infatti Andrea ha condotto una vita pressochè isolata, soprattutto con il personale augurio che la questione Giuffrè finisse nel dimenticatoio.  Dopotutto nessuno ha mai perseguito un reale britannico, mai nessuno ha messo la legge al di sopra della corona.

Il team legale, nel mentre,   ha lavorato alacremente per continuare a tener lontana la storia dagli schermi e dai tabloid .

Gli avvocati del principe prima hanno dichiarato che non vi fosse la giurisdizione per poter processare Andrea, visto che al momento la Giuffrè vive  in Australia con la sua famiglia. In seconda battuta,  hanno affermato che non ci fossero prove che collegassero il duca di York alla donna, e infine che non si poteva provare che esistesse il traffico di minori di cui la Giuffrè parlava nella denuncia.

Ora, dopo il verdetto di mercoledì, le cose sono evidentemente cambiate e hanno costretto la squadra degli avvocati a tenere un incontro di emergenza in cui definire le possibili linee difensive per una causa civile che, se fino a ieri sembrava altamente improbabile, ora invece pare inevitabile.

Pur non avendo modo di testimoniare direttamente, è stato il verdetto ad aiutare la Giuffrè. Si è infatti confermato oltre ogni ragionevole dubbio  che il traffico e l’adescamento di ragazzine fossero entrambi reali. “(…) Ci sono fin troppe prove che la faccenda è vera(…)”, così si è espresso un giurato mercoledi.

Altra  faccenda stata confermata in dibattimento anche  l’amicizia pluriennale che legava la Maxwell al Principe Andrea, un legame che sostanzialmente chiude il cerchio tra i tre. Il duca conosceva la Maxwell. La Maxwell gli procurava le ragazze . La Giuffrè viene consegnata al duca.

Ecco che quindi il fragile impianto difensivo finora tenuto in piedi non trova più appoggio nei fatti, di qui l’urgenza dell’incontro tra gli avvocati .

Con queste carte in mano all’accusa, risulterà davvero difficile per il duca di York ed i suoi legali evitare il confronto con la Giuffrè, e speriamo di poter confermare che la legge è davvero uguale per tutti.

Anche per le teste coronate.

MARTINA GIUNTOLI

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