Laboratorio di produzione di Ecstasy nei pressi di una base Nato in Belgio: è così che l’agenzia stampa francese AFP riporta la notizia di un’operazione di polizia vicino la base di Kleine-Brogel, nel nord-est del Paese.

“La polizia belga ha fatto irruzione in un laboratorio di droga illegale vicino alla base aerea che ospita armi nucleari statunitensi” si legge nell’articolo adesso online,  tratti in arresto due “non militari”, specifica  un portavoce del pubblico ministero nella provincia del Limburgo: l’operazione risale al 22 giugno.

Nella base sono custodite circa 20 testate atomiche appartenenti alle forze armate statunitensi e le domande sono tante: sembra già incredibile che la sicurezza attorno ad una base di così alta importanza strategica  potesse essere così fragile da essere violata da persone estranee al mondo militare.

Trafficanti e produttori comuni di MDMA avevano libero accesso su un territorio militare, tanto da crearci un laboratorio di stupefacenti, spostando droga e agenti chimici?

Appare strano inoltre che in un primo tempo la notizia fosse di altra portata: l’operazione sarebbe stata condotta all’interno della base, non fuori, per poi essere stata ricalibrata sostenendo che il laboratorio fosse, invece, vicino la base.

Lo si evince dalla pagina del Guardian che adesso è stata rimossa, ma che è possibile ancora trovare su Google facendo questa ricerca:  nella pagina rimossa, che è possibile trovare ancora qui, è scritto chiaramente che il laboratorio fosse all’interno della base, non fuori.

Lo stesso titolo del link di AFP avvalora l’esistenza di una versione diversa del fatto, poi ricalibrata: nel link sulla barra degli indirizzi della notizia è evidente come la stessa riporti “policia-belga-invade-laboratorio-ilegal-de-drogas-em-base-aerea-que-abriga-armas-nucleares-dos-eua” ovvero in base aerea, indizio che precedentemente la notizia era stata riportata diversamente.

Potrebbe trattarsi di un errore, certo: con l’ascesa dell’informazione digitale tutto può essere riscritto, per correggere un “misunderstood”, una comunicazione interpretata male o non confutata, ma anche per cancellare o rivedere una notizia scomoda o non gradita, non sarebbe la prima volta.

Oltretutto l’operazione risale al 22 Giugno, più di una settimana fa, quindi non si tratta di un frettoloso comunicato stampa scritto superficialmente per essere inviato alle testate.

Quale che sia la versione reale di certo, noi, probabilmente, non lo sapremo mai.

ANTONIO ALBANESE

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