Se pensate che la questione sull’aborto negli Stati Uniti, il Roe vs Wade per capirsi,  abbia agitato solo le comunità religiose più note e diffuse, questa volta siete proprio fuori strada. Lasciatevelo dire, proprio non avete idea di chi ha detto che farà tutto quello che é in suo potere per far sì che l’interruzione di gravidanza resti un’opzione praticabile, e che ha rispolverato per l’occasione l’indiscusso principio di libertà di culto per reclamare, nel caso serva, un’esenzione religiosa e poter così mantenere l’aborto una libera scelta da poter esercitare come e quando la donna crede.

Siete curiosi di sapere chi é che fa della libera scelta di interrompere la gravidanza una questione di culto, vero?

Ebbene ne ha parlato Fox News, e loro sono gli adepti del Satanic Temple, una “chiesa” fondata nel 2012 con tanto di profilo twitter funzionante e liberamente postante, nonché seguaci di una religione riconosciuta a livello federale, quindi dal governo centrale degli Stati Uniti. Se pensate che i satanisti siano una mera invenzione o creazione mistica dei film horror non avete fatto i conti con loro. Il Tempio di Satana esiste eccome, ed uno dei suoi obbiettivi principali é quello dì normalizzare la figura dì Satana e dì lottare contro la discriminazione dei suoi adepti, insomma un satanismo 2.0, come affermato dai suoi fondatori.

Inoltre godendo del preziosissimo status di ufficialità governativa, dice la sua riguardo alle questioni più disparate, basta visitare il sito e gli altri suoi profili social per farsi un’idea. Quindi non poteva certamente tacere di fronte alla soffiata della Corte Suprema.

Il Satanic temple, dicevamo, ha reclamato a gran voce che la pratica dell’aborto rituale satanico possa e debba necessariamente costituire mezzo sufficiente ad ottenere una esenzione che permetta la procedura, perché considerato atto religioso a tutti gli effetti, con preciso rituale e tanto di preghiere. In sostanza i seguaci del Tempio di Satana chiedono di poter avere un aborto laddove la legge protegga la libertà di culto, quindi in tutti gli Stati Uniti.

D’altronde la libertà di culto vale per tutti,  no?

I principi su cui si fonda la pratica abortiva rivendicano soprattutto l’autodeterminazione a tutti i costi, che diventa poi rituale purificatore quando la donna incinta decide di liberarsi del bambino perché questa riafferma la propria supremazia su ciò che é chiaramente non desiderato. Il rituale satanico donerebbe alla donna conforto spirituale, sicurezza di sé, nonché affermerebbe autonomia corporea, valore della persona e libertà da forze che sono percepite come coercitive, attraverso l’affermazione dei principi cardine del Satanic Temple. Inoltre, ciò che viene abortito deve essere trattato necessariamente come prodotto di scarto di procedura medica, ed in nessun caso deve essere permessa sepoltura o cremazione poiché atti questi non rispondenti al criterio di purificazione e liberazione dall’indesiderato.

I seguaci della chiesa, inoltre, si dichiarano esenti anche da molte altre faccende che invece intervegono nel processo che porta poi una madre alla decisione di abortire o meno. Per mantenere la scelta davvero libera, ritengono di aver diritto a non fare ecografie considerate inutili, colloqui con gli psicologi, l’ascolto del battito cardiaco fetale, nonché l’attesa tra la richiesta e l’effettiva procedura, periodo in cui “i centri medici cercano di convincere le donne attraverso propaganda religiosa a tenere il bambino instillando in loro l’idea che stiano commettendo un omicidio“, dicono, definendo questi centri “i centri del male”.

Ma sapete cosa c’é che lascia davvero a bocca aperta? Che i seguaci del Temple of Satan sostengono di non adorare Satana, né di credere in niente di soprannaturale. Sostengono altresì che per loro Satana non sia altro che l’esempio dell‘eterno dissidente, pertanto ogni uomo che candidamente voglia autodeterminarsi deve seguire il suo esempio per liberarsi dalla tirannia. Altri punti cardine, a loro detta, sono la libertà d’azione, la ricerca della saggezza, il rispetto del prossimo, l’abolizione della propaganda e la compassione. Cosa?! Eh?!

Ma siamo sicuri che questo culto sia davvero una specie di riedizione e pure annacquata delle filosofie anni 60 tipo peace and love? Perché invece il dubbio che é lecito venga é che il Temple of Satan invece sia un paravento utilizzato per ben altre pratiche e scopi, che altrimenti non sarebbero riusciti ad ricevere riconoscimento e liceità federale, in sostanza un recipient sotto traccia per altri affari.

Una cosa infatti non di secondaria importanza, che forse molti non sanno ma che davvero fa la differenza in questi casi, é che secondo la legislazione fiscale americana ogni religione ufficiale é esentata dal pagare le tasse (si ricordi ad esempio la strenua lotta per il raggiungimento di tale invidiabile status intrapresa da Scientology anni e anni or sono, ovviamente finita a favore del culto di Rob Hubbard).

Chi sono quindi gli adepti del Temple of Satan? Chi finanzia soprattutto la chiesa dell’eterno dissidente, visto la diffusione capillare sul suolo americano, la qualità delle sedi e tutto quanto necessario per sopravvivere? Tra i pochi seguiti dal profilo twitter, a parte tutte le altre sedi dei vari templi, davvero rari quelli non associabili a nulla di religioso. Tra essi quello di Steven Pinker, un professore di psicologia, amico di Bill Clinton, e attivista della campagna elettorale della Clinton nel 2016, nonché strenuo difensore dell’agenda 2030 e dell’emergenza climatica. Nel 2018 c’é chi ha anche chiesto chiarimenti circa i suoi legami con i soliti Obama, Clinton, Gates, Soros in un libro dal titolo “Enlightment now?“, di Douglas Sczygelski.

Vero, però: non si trova nessuno di questi nomi famosi nel profilo del Temple of Satan, ma si sa, non importa essere sulla lista per aver le mani in pasta, e dì certo I più in vista potrebbero non voler comparire.

Eppure, sapete dove si trova una delle migliori statue di Baphomet? Proprio davanti alla sede del Temple of Satan a Little Rock, Arkansas. Lì una sede non poteva mancare. Né una statua tanto luccicante.

MARTINA GIUNTOLI

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