Dopo essere entrata nel settore dell’ecommerce, della tv, delle infrastrutture di rete e dei trasporti, Amazon mette a segno un’altra acquisizione, questa volta in campo medico, che sicuramente si propone di rivoluzionare il settore, per adesso negli Stati Uniti.

Offrendo 18 dollari per azione, il colosso di Jeff Bezos acquisisce One Medical per 3,9 miliardi di dollari.

“Pensiamo che l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze che hanno bisogno di essere reinventate” ha detto Neil Lindsay, Vicepresidente senior di Amazon Health Services. “Vogliamo essere una delle aziende che contribuirà a migliorare notevolmente l’esperienza sanitaria nei prossimi anni”.

Ma quali sono i piani di Amazon per “reinventare” il settore sanitario? One Medical, guidata da Amir Dan Rubin, offre servizi medici non solo tramite incontri personali , ma anche mediante appuntamenti virtuali e digitali: conta 188 ambulatori, e circa 767.000 membri iscritti alla piattaforma.

“Assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, indipendentemente da dove vi trovate. Abbiamo trovato un modo per offrirvi un servizio straordinario a un prezzo accessibile inferiore a 200 dollari all’anno”,  come recita la  descrizione del loro canale YouTube: un medico che non visita il paziente di persona ma da dietro un computer insomma.

Amazon ha scelto di acquisire l’azienda approfittando delle perdite in borsa per  quasi il 70% da inizio 2022, comprovando il forte interesse delle aziende del calibro di Google, Apple, Microsoft, per un settore sicuramente promettente vista la situazione sanitaria mondiale.

Amazon, tra l’altro sta lavorando anche sullo sviluppo di vaccini contro il cancro al seno e alla pelle, collaborando con il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle: insomma tutto conferma quanto sia forte l’interesse delle Big Tech per la medicina, anzi, per la sanità specificamente, cosa da noi già anticipata in un articolo quasi un anno fa.

Adesso c’è da vedere quanto sia concreta la possibilità che il business voglia essere esportato anche fuori dagli States: in genere Amazon dopo un periodo di rodaggio in un nuovo segmento di mercato, lo promuove su scala mondiale.

Probabilmente, in un modo o nell’altro, cercherà di fare lo stesso anche in questo caso anche se il mondo della sanità americano è estremamente diverso da quello italiano, ma anche europeo in generale.

Il modello americano ha sempre guardato all’Europa, puntando all’accessibilità universale dei servizi: in questo caso si andrebbe nel senso completamente opposto. Per quanto la proposta privata, ad esempio quella di Amazon di cui abbiamo parlato, possa essere economica, è comunque un passo verso un’ulteriore privatizzazione.

Amazon, Google, Microsoft, Apple non sono altro che nuove voci tonanti nel coro della martellante campagna stampa neoliberiste di “interessati” promotori di soluzioni  “privatistiche” alle carenze del Sistema sanitario pubblico.

Reinventare la sanità non significa gettarsi ad occhi chiusi verso la privatizzazione del settore sanitario: analisti e seri  studi , come questo pubblicato da BMJ, hanno dimostrato chiaramente che i sistemi sanitari più efficaci sono quelli basati su un sistema pubblico, e che il modello americano ha ottenuto un costo pro capite quasi triplo rispetto a noi europei.

Lasciamo che Amazon Prime continui a rimanere un servizio ristretto all’ambito ricreativo e di ultra-consumismo : la sanità è cosa ben diversa da lamette da barba e magliette arcobaleno.

ANTONIO ALBANESE

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