505,9 morti circa in 211 giorni per una media di 2,4 decessi al giorno. Queste sarebbero le allarmanti cifre riguardanti le famigerate reazioni avverse ai vaccini. Sono dati forniti da qualche sito complottista?
Certo che no. Questi dati li ricaviamo dall’ultimo rapporto Aifa pubblicato ad agosto e riguardante i dati che arrivano sino al 26 di luglio.
Certo, il report si affretta a precisare che non significa che queste morti siano dovute al vaccino che sono riportate “le segnalazioni di reazioni che sono state osservate dopo la somministrazione del vaccino. Ciò non significa che queste reazioni siano state causate dal vaccino. Potrebbero essere un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associate a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata” però i dati restano impressionanti: 84.322 segnalazioni di reazioni avverse successive alla segnalazione a fronte di 65.926.591 dosi inoculate. Di tali eventi avversi l’87,1 per cento sarebbero non gravi, mentre il 12,8% sarebbero gravi. E lo 0,6 per cento di questi eventi gravi sarebbero decessi.
Qualcuno potrebbe obiettare che lo 0,6 per cento è una percentuale bassa. Ma 0,6% è la stessa percentuale di letalità del Covid 19, per contrastare il quale si sono attuate misure mai viste nemmeno durante la peste del Manzoni o la spagnola e comunque 2 morti e mezzo al giorno sono un dato che non può e non deve essere ignorato. Quindi, se ragioniamo con lo stesso metro col quale abbiamo ragionato sinora, sta accadendo qualcosa di molto preoccupante.
L’Aifa cosa dice in proposito? Ci hanno provato i colleghi di Affari Italiani a scoprirlo inondando di telefonate l’Agenzia Italiana del Farmaco, per trovarsi di fronte il classico muro di gomma all’italiana. La situazione descritta dallo storico quotidiano online ricorda la “casa che rende folli” delle Dodici Fatiche di Asterix: il primo dirigente rimbalza al secondo dirigente, il quale rimanda ad un altro dirigente irraggiungibile nel fine settimana mentre il dirigente che ha stilato il rapporto non risponde alle mail e così non risponde nemmeno il direttore dell’Agenzia Nicola Magrini. I colleghi sottolineano pure come il numero degli eventi avversi sia all’ordine del giorno del cda dell’Aifa di lunedì 6 settembre.
Bisogna dare atto all’eroismo dei colleghi di Affari Italiani nel non aver perso la pazienza in una situazione simile, ma quello che emerge è sconfortante. L’insabbiamento di dati scomodi sta diventando sempre più forte e quei pochi giornalisti che realmente prendono sul serio il loro mestiere non riescono a bucare la muraglia innalzata dai padroni del discorso.
Nel 2014 per due morti sospette l’Agenzia del Farmaco aveva bloccato due lotti del vaccino Fluad della Novartis.
Ora invece abbiamo silenzi e depistaggi. Troppi interessi dietro a questa storia, e purtroppo quando ci sono interessi a farne le spese è sempre la verità.
ANDREA SARTORI