Strane cose accadono a Cambridge, uno degli atenei più prestigiosi del mondo. Faccende oscure e, purtroppo, che hanno portato alla morte di alcuni studenti. Ma in maniera particolare dato che si tratta di una strana epidemia di suicidi. Infatti in soli quattro mesi l’università britannica è stata funestata da ben cinque sospetti casi di suicidio.
E’ stata ovviamente aperta un’inchiesta su quanto sta accadendo. I sindacati degli studenti hanno puntato il dito contro i vertici dell’ateneo, reo secondo loro di aver allentato le misure anti-suicidio. Già solo questo fatto indica che gli studenti di Cambridge sono da sempre a rischio suicidio.
E questo lo si comprende anche andando a capire gli studenti coinvolti. Apparentemente non ci sono legami tra i vari ragazzi. Le autorità di Cambridge non hanno rivelato i nomi degli studenti suicidi ma almeno due solo stati identificati: Daniel Fry, 20 anni, studente in Storia morto a marzo e Yasmin Lajoe, 34 anni studentessa in scienze umane, politiche e sociali deceduta a maggio.
L’ultimo tweet dello scorso 24 maggio è indicativo: “Sto lentamente emergendo da un bozzolo di dolore insopportabile, sono cambiata per sempre per averli conosciuti e perduti. Mi sentivo senza speranza. Ho sentito l’inerzia. Ma niente rimane così fermo per molto tempo. Cresciamo. Ci sarà di nuovo la gioia, di nuovo l’amore. Lo so ora”
Nonostante il finale di autoincoraggiamento si sente chiaramente il dolore della ragazza. Dovuto a cosa? Dal tweet parrebbe per aver perso qualcuno (qualcuno degli studenti suicidi?).
Molti di noi ricordano l’Attimo Fuggente il film che consacrò Robin Williams, ambientato in un college esclusivo e terminato col suicidio di uno degli allievi prigioniero delle aspettative della sua famiglia.
E dal Regno Unito andiamo in Asia: il suicidio è la principale causa di morte tra i giovani cinesi. Per quale motivo i giovani cinesi si suicidano? Lo stress provocato dalla scuola che si traduce nella pressione che la società cinese sbatte sulle spalle di questi ragazzi. Stessa musica si sente in Giappone dove è presente il problema del suicidio degli studenti universitari. Prendiamo ad esempio le società asiatiche perché è notoria l’insopportabile pressione sociale presente in quei Paesi.
Ma questo accade anche in Occidente, specie nelle cosiddette “élites” che caricano i loro figli di pesi insopportabili. Cambridge è una delle università d’élite per eccellenza
Davanti a questi fatti è meglio fermarsi e chiedersi: ne vale la pena? L’essere i migliori, ma a che prezzo?
Al di là di tutte le considerazioni che si possono fare riguardo l’ “essere élite” questo va detto: i figli dell’élite, quando sono un attimo sensibili, sono fragili e tristi. E la brutalità del loro ambiente oltre alla terribile pressione che sono costretti a subire li distrugge
ANDREA SARTORI