Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha incontrato oggi, 15 settembre 2022, a Samarcanda (Uzbekistan) il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping.
Si tratta del primo faccia a faccia tra i due leader dopo l’inizio dell’operazione militare russa del 24 febbraio 2022, avvenuto a margine del vertice dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), nonché del primo viaggio di Xi Jinping fuori dalla Cina dall’inizio del 2020.
Putin ha speso dure parole contro l’Occidente: “I tentativi di creare un mondo unipolare hanno assunto forme assolutamente orribili”. Ha poi dichiarato di comprendere “le preoccupazioni della Cina sulla questione ucraina” e di voler “chiarire la posizione russa” in merito.
La parte russa ha poi condannato “le provocazioni degli Usa a Taiwan” e si è detta “fermamente impegnata” nel riconoscimento del principio di una sola Cina.
Dichiarazioni accolte con soddisfazione da parte di Xi Jinping, che ha rimarcato gli assunti per cui “Taiwan fa parte della Cina” e “nessun Paese ha il diritto di ergersi a giudice sulla questione di Taiwan”. In una nota ai media cinesi, ha inoltre sottolineato che da quest’anno Cina e Russia hanno mantenuto “un’efficace comunicazione strategica”, essendo disposte “a fornire un forte sostegno reciproco su questioni che riguardano i reciproci interessi fondamentali e ad approfondire la cooperazione pratica nel commercio, nell’agricoltura, nella connettività e in altri campi”.
Secondo Reuters Putin a Samarcanda incontrerà anche i leader iraniani, kirghisi, pakistani, turkmeni, uzbeki nonché di Azerbaigian, India e Turchia.
“Non ci sono ostacoli allo sviluppo delle relazioni, che sono multi-fattoriali e ramificate”, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Le parole di Peskov non sono casuali, anzi: fanno chiaro riferimento al radicamento della partnership tra Cina e Russia, uno sviluppo inevitabile data la situazione geopolitica attuale, che l’Occidente guarda con ansia: la Sco oggi riunisce nazioni che rappresentano il 44% della popolazione e il 24% del Pil mondiali. A Samarcanda dovrebbe arrivare a compimento l’adesione dell’Iran, oltre che l’ottenimento dello status di partner dell’Arabia Saudita.
Nelle stesse ore Reuters riporta anche che le unità delle marine militari di Russia e Cina hanno avviato un pattugliamento congiunto nell’Oceano Pacifico, includendo il Mare di Okhotsk, nell’Estremo oriente russo, e si apprestano a dar vita a esercitazioni congiunte nell’ambito del “programma di cooperazione militare internazionale” tra i due Paesi. L’agenzia Interfax parla di “manovre tattiche congiunte tra le flotte russa e cinese, compresi tiri di artiglieria con vere munizioni e operazioni di sostegno ad elicotteri che si alzeranno in volo dalle stesse navi”.
Cina e Russia stanno creando un polo economico-militare vigoroso e sganciato dall’Occidente. Era chiaro a tutti che la prepotenza delle sanzioni contro la Federazione russa non avrebbe ottenuto altro risultato che la distruzione dell’economia europea. E ora l’incontro di Samarcanda sembra rappresentare il sigillo di un’alleanza costruita in risposta al predominio e all’insolenza di Stati Uniti e Gran Bretagna, con l’avallo dell’Ue. La fine del mondo unipolare sembra vicina.
ANTONIO ALBANESE