Il treno deragliato nell’Ohio trasportava sostanze chimiche tossiche. L’incendio che ne è seguito sta causando un disastro: le pietre di paragone adatte sono forse Seveso, forse addirittura Chernobyl. Gli animali muoiono, i fiumi sono inquinati e la gente teme per la salute. Le rassicurazioni diffuse dalle autorità fanno a pugni con quel che si sa della catastrofe, anche perché le conseguenze potrebbero continuare a manifestarsi per molti anni: che ne sarà ad esempio del suolo e dei campi?

IL TRENO DERAGLIATO E L’INCENDIO NELL’OHIO

Il treno è deragliato nella zona di East Palestine, una cittadina dell’Ohio, negli Stati Uniti, il 4 febbraio 2023. Le autorità hanno ordinato l’evacuazione nel raggio di un miglio (circa 1,6 chilometri) e, per evitare una catastrofica esplosione, attraverso un incendio controllato hanno rilasciato nell’aria il gas tossico trasportato a bordo del convoglio.

Cliccando qui, si può vedere un video girato durante l’incendio. Apocalittico. Merita forse le tonanti parolacce che qualcuno snocciola ininterrottamente. Non sono noti il luogo esatto né il nome dell’autore: forse una persona che, a suo rischio e pericolo, ha rifiutato di andarsene. Si tratta comunque di una delle poche testimonianze ravvicinate che consentono di avere un’idea di cosa è stato l’incendio.

Mercoledì 8 febbraio 2023, le autorità hanno dunque permesso agli evacuati di tornare a casa. E i danni hanno cominciato poco per volta a palesarsi.

LE SOSTANZE CHIMICHE TOSSICHE NELL’ARIA

Nessuno può dire cosa esattamente sarebbe accaduto se il treno fosse esploso: certo sarebbe stato un enorme disastro. Altrettanto certo è che il rilascio e l’incendio controllato hanno salvato la linea ferroviaria, ma hanno diffuso nell’aria sostanze tossiche. Si tratta fra l’altro di cloruro di vinile, cancerogeno; acido cloridrico, corrosivo per pelle, occhi ed apparato respiratorio; fosgene, impiegato nella Prima guerra mondiale come gas asfissiante. Ma non solo.

L’Epa, l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, ha elencato varie altre sostanze entrate nell’ambiente a seguito dell’incendio o delle fessure apertesi nei vagoni del treno. Se considerate una per una, queste sostanze non sono così immediatamente e tragicamente pericolose come le prime tre. Ma si tratta di un cocktail chimico, ed è difficile prevedere l’amplificazione dovuta all’effetto combinato.

LE CONSEGUENZE SU FLORA, FAUNA E SALUTE UMANA

Dopo il disastro, non è ancora piovuto ad East Palestine: ma giovedì 16 febbraio 2012 è prevista pioggia, dice il meteo.

Porterà al suolo e sulla vegetazione ciò che ora è nell’atmosfera. Chissà i campi, chissà i boschi: prevedibili altri danni, oltre all’acqua inquinata e agli animali morti già ora registrati.

Dove muoiono gli animali, anche gli uomini non possono mica stare tanto bene. La pubblica amministrazione dice che non c’è pericolo, ma si sente dell’odore nell’aria e ci sono notizie di cani, volpi, polli morti. Se a loro tocca questa sorte in poche ore, chissà cosa toccherà agli esseri umani fra vent’anni…

INQUINATO ANCHE IL FIUME OHIO: E L’ACQUA POTABILE?

Soprattutto, la contaminazione è arrivata all’acqua. Un residente ha filmato e diffuso su Twitter la raccolta dei pesci morti.

Le parole che accompagnano il video dicono, in traduzione: “I pesci morti vengono estratti dai fiumi vicino ad East Palestine, nell’Ohio. I furgoni che svolgono il lavoro recano il marchio di EnviroScience, un’azienda con sede nell’Ohio che fornisce ‘soluzioni urgenti alle sfide ambientali'”.

Nelle immagini si vedono anche le barriere protettive galleggianti, gialle e bianche, installate per bloccare la diffusione dell’inquinamento. Sembra che la loro efficacia sia, come dire?, soltanto parziale.

Quello mostrato nel video è poco più di un ruscello. L’inquinamento è arrivato al fiume Ohio: le autorità lo riconoscono, anche se è ufficialmente “molto basso”. L’acqua del fiume Ohio, a valle del disastro, disseta milioni e milioni di persone. Ora si continua ad usarla, ma si predispongono prese alternative per l’acqua potabile.

GIULIA BURGAZZI

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