I costi dei servizi per l’infanzia, come nido o scuola materna, sono ormai diventati esorbitanti e spesso superano le entrate delle famiglie. Questo mette molte madri britanniche di fronte alla paradossale situazione di non essere abbastanza ricche per lavorare.
Fino a poco tempo fa, nella peggiore delle ipotesi una donna che rientrava dal periodo della maternità si trovava a lavorare i primi anni di vita del piccolo solo per rientrare nelle spese.
Oggi i numeri ufficiali mostrano che le donne in Inghilterra sono costrette a non lavorare affatto o a non poter lavorare per meno di una certa cifra.
Le statistiche nazionali britanniche raccontano che ormai quasi la metà delle mamme che restano a casa non lo fanno per scelta o perché non trovano un impiego. Anzi. Molte vantano una lunga esperienza e magari anche titoli di un certo livello.
Vorrebbero tornare in ufficio, ma proprio non riescono.
SERVIZI TROPPO CARI
Bridget Phillipson, il segretario di Stato ombra britannico responsabile per l’istruzione, racconta:
Il sistema educativo è ormai un meccanismo che non funziona più. La mancanza di servizi che non siano troppo cari, insieme al fatto che sempre più attività hanno chiuso, costringono sempre più donne a rinunciare al posto di lavoro dopo la maternità.
Il primo ministro britannico Rishi Sunak tuttavi, non sembra prendere seriamente la questione, e sta ritardando anche le seppur piccole riforme che il predecessore, Liz Truss, avrebbe voluto implementare.
Molti pensavano infatti che il governo avrebbe avuto tra le priorità post natalizie quella di portare a 20 le ore del bonus per i servizi all’infanzia pagato dallo Stato.
Ma anche questa flebile speranza si è spenta. Sembra ormai impossibile trovare un servizio per l’infanzia che sia affidabile e al contempo non troppo caro.
Sembra insomma che lavorare sia diventata roba da ricchi.
Un posto al nido può arrivare a costare fino a 14.000 sterline l’anno, e se si hanno due bambini piccoli si potrà facilmente sforare il budget della famiglia.
Lauren Fabiansky, dell’organizzazione Pregnant then screwed, conferma che la mancanza di servizi per l’infanzia ad un costo ragionevole stanno spingendo sempre più famiglie nella povertà.
L’ente, che principalmente difende i diritti delle madri che lavorano o vorrebbero farlo, tuttavia ricorda che questo non è l’unico problema.
TORNARE A LAVORARE
Anche trovare un impiego dopo la fine del periodo della maternità non è affatto semplice. I datori di lavoro discriminano prima, durante e dopo.
E l’attuale governo come si sta muovendo a riguardo?
Il ministero dell’Istruzione britannico ha dichiarato che, nonostante la cosa non venga pubblicizzata, sta lavorando per migliorare l’offerta:
Ad oggi il governo ha raddoppiato l’offerta per i bambini di 3 e 4 anni. Ha inoltre introdotto 15 ore di servizi gratuiti per i bambini di 2 anni provenienti da famiglie svantaggiate. Inoltre le famiglie che beneficiano del reddito di cittadinanza possono avere uno sconto pari all’85% del costo totale del servizio.
A conti fatti, questa non sembra affatto una soluzione. O se aiuta qualcuno, aiuta chi già praticamente riceve già uno stipendio dallo Stato.
Non sarebbe forse meglio investire gli stessi soldi nella scuola pubblica per aumentare l’offerta nei confronti di tutta l’utenza?
E in Italia? Anche nel nostro Paese la situazione è simile e ci stiamo avvicinando a grandi passi alla situazione britannica.
Evidentemente maternità, scuola e infanzia cominciano a non essere più una priorità per molti.
MARTINA GIUNTOLI