Quando si arriva a staccare la spina a emittenti internazionali che operano in qualsiasi realtà , allora le cose sono diventate davvero serie. Tuttavia se il regolatore delle emittenti britanniche Ofcom vuole davvero  chiudere RT, lo faccia da solo, senza coinvolgere politici, braccia che si agitano, o varie altre richieste.

Ci meravigliamo di avere tutti quei canali tra cui scegliere, centinaia letteralmente che entrano ogni giorno nei nostri salotti. Eppure ci ritroviamo comunque a navigare su internet giorno e notte per poi lamentarci che non c’è nulla di interessante da guardare.

Ma – e questa è la cosa importante – nonostante tutto abbiamo una scelta incredibile, e non è solo un miracolo tecnologico, ma un omaggio alle meraviglie dell’età dell’informazione in cui viviamo. Niente è più limitato a terrestre, cavo o satellite, possiamo guardare praticamente qualsiasi cosa direttamente da Internet.

Il regolatore britannico risponde alla richiesta di bannare RT. Sì, lo so, disorienta questa cosa. Sì, è vero, c’è un sacco di roba non bellissima. E sì, è altrettanto vero che  ci sono opinioni espresse con cui potremmo non essere d’accordo. Ma almeno abbiamo la possibilità di scegliere, e questa cosa è la bellezza, non solo della democrazia in cui viviamo, ma dell’alta considerazione in cui teniamo il diritto alla libertà di parola.

Puoi dire tutto ciò che ti piace a chiunque tu voglia, anche se li destabilizzerà. Non devi aspettarti che tutti siano d’accordo con te. È vero intorno ad un tavolo mentre ceni con qualcuno ed è vero con un programma tv.

L’ex primo ministro scozzese Alex Salmond, che conduce  una trasmissione su RT, può non essere il massimo per tutti. E quindi? Ciò non significa che dovrebbe essere messo a tacere, come suggerì l’attuale primo ministro Nicola Sturgeon. Né rendono lui, o il suo a volte collega tv George Galloway, una sorta di demone per aver scelto di contestare la narrativa pubblica. Potrebbero essere completamente fuori rotta oppure beccarci, ma almeno fanno domande imbarazzanti non comuni.

Se uno dei due mentisse o spargesse fake news, la cosa sarebbe diversa. Ma le cose non stanno così. Sono semplicemente tra le voci dissenzienti, figure dei media con un pubblico considerevole che meritano di meglio che essere additati come traditori o esortati a lasciare i loro ruoli e rimettersi tra i ranghi, semplicemente perché lo dice un ministro del governo.

(…) Se i russi decidessero di spegnere la BBC nel loro paese o di impedire ai giornalisti di Sky o ITN di lavorare con i loro tempi, gli inglesi si indignerebbero, e giustamente.

L’attuale clima culturale richiede che i programmi TV siano preceduti da avvisi che indicano la natura dei contenuti se potenzialmente pericolosi e mentre la maggior parte di noi quando vede questa roba priva di senso semplicemente spegne la tv, non abbiamo bisogno di politici che si aggiungano a questo processo perché pensano che li renda più duri.

Chiunque riesca a farsi strada attraverso il labirinto della guida TV dovrebbe essere lasciato solo a celebrare quel traguardo non troppo piccolo e guardare la sua scelta  in pace, senza sentirsi in colpa.

In modo stimolante, Ofcom si è affrettata a rispondere alle richieste politiche di rivedere la posizione di RT sul panorama dei media del Regno Unito attraverso un linguaggio burocratico che  concorda da una parte  con la  richiesta,  lasciando allo stesso tempo abbastanza spazio di manovra per non soddisfare la richiesta del ministro. Pensala in questo modo: “Sì, Primo Ministro”.

Indirizzata a Nadine Dorries, Segretario di Stato per il digitale, la cultura, i media e lo sport, la sua risposta recitava in parte: “L’Ofcom prende molto sul serio il nostro ruolo di regolatore indipendente delle comunicazioni, incaricato di difendere la libertà di parola assicurando al contempo che il pubblico televisivo e radiofonico siano protetti da qualsiasi cosa possa loro procurare danno”.

E mentre Ofcom a volte può essere criticato, è stata questa una risposta che mentre da una parte sosteneva una cosa della serie  “togli i carri armati dal nostro prato“, dall’altra dava comunque la certezza che la situazione in Ucraina fosse monitorata, questo era ciò che era sufficiente per  soddisfare le aspettative sia di coloro che si aspettavano opposizioni, sia di coloro che si aspettava subordinazione.  Ofcom ha anche affermato: “Stiamo accelerando i reclami in questo settore con urgenza e non esiteremo ad agire rapidamente ove necessario“. È una situazione sul filo di lana.

I nostri regolatori non sono perfetti, nemmeno un po’, ma almeno cercano di essere equi. E quando cresce il clamore attorno alla necessità di limitare i media stranieri in modo così febbrile, deve essere davvero difficile mantenere i nervi saldi.

Per ora, Ofcom ha fatto abbastanza per placare entrambe le parti in questo dibattito sulla libertà di parola, ma, se la posta in gioco aumentasse ulteriormente, verranno poste domande e non possiamo essere sicuri a questo punto di come si evolverà la situazione esattamente.

di Damian Wilson via RT, traduzione Martina Giuntoli

 

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