La Svezia ha finito di contare i voti: ha vinto la destra, il primo ministro si è dimesso.
Il primo ministro socialdemocratico, Magdalena Andersson, ha riconosciuto la vittoria dei conservatori alle elezioni legislative di domenica e si è dimessa oggi, 15 settembre. Si tratta di una vittoria storica, ottenuta per una manciata di voti: vale a dire 176 seggi (49,6%), contro i 173 (48,9%) della coalizione di centrosinistra, con lo scrutinio giunto al 99%. Lo spoglio è durato per tre notti e quattro giorni.
Nel risultato è stato fondamentale l’exploit della destra (20,6% delle preferenze) rappresentata dai Democratici svedesi (Sweden Democrats, abbreviato SD) del 43enne Jimmy Akesson, accusati da alcuni media di estremismo e razzismo.
Il quotidiano inglese The Guardian spiega:
Non c’è accordo formale tra SD, Moderati, Democratici cristiani e Liberali su come governare assieme, anche se i partiti di centrodestra hanno dichiarato che non concederanno posizioni ministeriali alla destra radicale. Ad ogni modo, il risultato di Sd – che lo rende il secondo partito svedese e il primo a destra, con oltre il 20% dei consensi – lo mette nella posizione di chiedere concessioni in cambio del suo appoggio in Parlamento.
All’Europarlamento SD fa parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti come l’italiano Fratelli d’Italia. Alcuni commentatori hanno letto il risultato svedese come un segnale del vento che tira anche in Italia in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.
Le linee programmatiche di SD, all’insegna dello slogan “Sweden great again”, si leggono in inglese sul sito del partito: stretta sull’immigrazione, sicurezza, unità nazionale, abbassamento del costo della vita e politiche sociali. Non si parla di Ue e Nato.
Durante la campagna elettorale Akesson aveva tuttavia aperto all’ingresso della Svezia nell’alleanza atlantica: la richiesta di far entrare Stoccolma, storicamente neutrale, nella Nato è stata avanzata in primavera dall’ormai ex premier Andersson.
Secondo Reuters,
È improbabile che (il risultato elettorale) cambi il percorso della Svezia verso l’adesione alla Nato, che gode di un ampio sostegno sulla scia delle azioni della Russia in Ucraina, nonché i piani del Paese per aumentare la spesa per la difesa.
La Svezia assumerà inoltre la presidenza semestrale a rotazione del Consiglio dell’Ue nel gennaio 2023.
LILLI GORIUP