
Jovanotti, ri-Party-amo dagli alberi tagliati. Il finto ambientalismo colpisce ancora
Jovanotti ed il suo Jova Beach Party non fanno in tempo ad accendere l’amplificatore che già scatenano uno vero e proprio tsunami tra appassionati del genere e non.
Proprio mentre ormai da giorni in Italia si parla di temperature stratosferiche e di siccità che non lascia scampo, a Marina di Ravenna invece, questo il luogo dell’evento in questione, sono stati rasi al suolo qualcosa come 65m di tamerici, per far posto al mega concerto del Jova sotto il sole.
E come si é giustificato il comune di Ravenna?
Beh, con due affermazioni a dir poco discutibili.
Da un lato i responsabili hanno affermato che gli alberi verranno ripiantati altrove, dall’altro hanno affermato che questa specifica specie arborea non é originaria del posto e quindi in quanto vegetazione straniera può essere estirpata in ogni momento dalle autorità senza fornire spiegazioni.
A parte smentirsi da soli perché se si parla di ricollocamento si riconosce implicitamente che la pianta sia originaria delle coste, la cosa più grave é che coloro che hanno fatto un sopralluogo hanno constatato che le radici sono sparite sotto la sabbia e tutti sanno che un albero senza radici non può certo essere ripiantato.
Insomma quel che sembra un bluff in piena regola.
I tamerici, oltretutto, sono alberi che vengono definiti dagli esperti intoccabili proprio per la nidificazione, e sono definiti tali anche dai locali, i quali in pieno disaccordo con quanto detto dal comune di Ravenna, riconoscono nei tamerici un simbolo unico e un grande orgoglio di quelle zone.
Ma parliamo di soldi.
Sapete chi sponsorizza l’Evento? Il WWF, e non poteva che essere così, visto che la serie di concerti Jova Beach Party fa parte di un progetto proprio dell’associazione ambientalista con annessa raccolta fondi in cui il cantante si é impegnato appena due mesi fa.
Lo scorso maggio 2022 infatti Jovanotti aveva stretto proprio con WWF e con Intesa San Paolo un interessante accordo. Con il nome di RI-PARTY-AMO, i concerti in spiaggia del cantante sarebbero stati non solo catalizzatori per giovani e musica sul mare, ma allo stesso tempo occasione perfetta per portare avanti la raccolta fondi organizzata per finanziare un ambizioso progetto ambientale.
L’accordo parla di circa 20 milioni di metri quadri tra spiagge, laghi, fiumi e fondali che saranno passati al vaglio impietoso dei volontari del WWF per essere puliti e riportati al loro originale splendore. Ma non solo. L’ambiziosa iniziativa dovrebbe coinvolgere in programmi didattici dedicati anche circa 100.000 studenti dai più piccoli ai più grandi, fino agli universitari.
Il progetto, inoltre, davvero molto articolato e studiatissimo nei dettagli, si é dotato di un’agenda fittissima di incontri ed iniziative, coinvolgendo anche esperti che parteciperanno ai meeting.
“Concentreremo in RI-PARTY-AMO uno dei più grandi sforzi ecologici degli ultimi anni volto alla protezione e salvaguardia delle coste”
così affermava per l’occasione Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia, sottolineando l’importanza
“di insistere sulle nuove generazioni per formare giovani volti allo sviluppo di una mentalità ecosostenibile ed ecologica, in previsione del futuro decarbonizzato e biocompatibile al 100%”.
La stessa Donatella Bianchi, che insieme al collega di Banca Intesa si congratulava per le ricche donazioni, già arrivate a ben 3 milioni di Euro, aveva per l’occasione anche affermato che “le nostre coste devono essere rinaturalizzate”.
Quale miglior modo di riportare la natura se non quello di tagliare i poveri tamerici per far spazio ad un concerto in spiaggia?
Può sembrare una contraddizione e lo é, infatti. Tuttavia, lo é meno se applichiamo una chiave di lettura diversa al ragazzo fortunato scoperto da Claudio Cecchetto.
Chi non ricorda il Jovanotti che negli anni Ottanta e Novanta spopolava nelle trasmissioni RAI, portando quella ventata di fresco e di anticonformismo che rinnovava l’immagine cui l’ingessatissima tv di stato ci aveva abituato? Un palinsesto per i più giovani, un modo diverso ed informale di vivere lo schermo.
Chissà quanto é rimasto di quel ragazzo dai modi sgarbati che infastidiva i conduttori dell’epoca? Chissà se quel ragazzo é davvero mai esistito oppure era solo un personaggio.
Tuttavia, il Jovanotti che qui ci interessa adesso é racchiuso in un video shock risalente al 2015 che riprende il cantante durante una sua visita agli universitari dell’ateneo fiorentino, in cui lo stesso afferma di aver preso parte ad una riunione segreta di cui non menziona il nome, per un’azienda segreta, dove ha visto con i suoi occhi premi Nobel, personaggi della Banca Mondiale e altri importanti della terra, ma nessun politico.
Davanti a ragazzi ventenni forse un po’ incuriositi, forse un po’ a disagio, Jovanotti continua dicendo che sì, si era premurato di chiedere agli astanti il perché dell’assenza della politica tout court, e che così gli fu sorprendentemente risposto:
“Non servono…la politica in questo ambito non è importante..qui si decidono le cose non più a livello politico…la visione non è più politica (….) la politica amministra la situazione ma le scelte non le fa più la politica…prima le faceva solo la politica poi ad un certo punto le ha fatte insieme a…..e poi non le ha fatte più…perché? Perché la politica cerca consenso e se cerchi consenso sbagli sempre”.
Come a dire che cercare sostegno e consenso é una perdita di tempo. Prima le decisioni si prendono e poi si decide come imporle e da chi farle imporre.
E quindi, Lorenzo Cherubini esattamente cosa ci faceva a questa riunione? Chi aveva mandato o invitato il cantante? Veniva forse istruito su come veicolare le grandi scelte dei superiori ai comuni terrestri? Veniva forse informato delle sue missioni prossime in accordo con l’agenda stabilita dai signori della terra?
Beh così appare. Perché di ecologico in questo tour c’è solo il nome, la raccolta fondi e lo stemma del WWF.
Altro non ci é dato sapere.
E come il 2020 e seguenti hanno insegnato, la forma é importante. Addirittura più della sostanza.
Mentre indossare la mascherina rende automaticamente parte del gruppodei benpensanti e salvatori della specie umana, non importa se i dispositivi servano o meno, ora allo stesso modo l’ecologia oggi non si muove per fatti e azioni concrete, ma solo per etichette, é uno striscione che rende un evento ecosostenibile, così come un volantino, così come una pagina di giornale.
Quindi, come nella miglior forma possibile di neolingua orwelliana, abbattiamo alberi per sostenere l’ambiente, se poi raccogliamo dei fondi per piantarne altri. Tutto sensato, no?!
MARTINA GIUNTOLI
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