Buggiano è un comune della provincia di Pistoia, il cui nome differisce di una sola lettera dal fittizio “Comune di Bugliano” protagonista di una pagina web satirica. E l’ultima iniziativa del Comune di Buggiano può realmente ricordare quello di Bugliano: il grembiule giallo per combattere gli stereotipi di genere. Ora, quando avete finito di ridere possiamo andare avanti.
Questo accade nella scuola materna dell’istituto Salutati-Cavalcanti. Come appare da una nota dal prossimo anno “sarà consentito solo l’uso del colore giallo”. Immaginiamo le terribili punizioni per chi oserà usare il rosa e il celeste: metodo Ludovico a base di canzoni di Achille Lauro?
“Il collegio dei docenti perseguendo il contrasto allo sviluppo degli stereotipi di genere, ha deciso di unificare il colore del grembiulini – si legge nella circolare – per educare al rispetto, per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione“.
Parafrasando Nostro Signore si potrebbe dire: lasciate che i bambini facciano i bambini. Innanzitutto un bambino dell’asilo ha ben altre priorità: deve imparare a usare la manualità, disegnare, socializzare coi compagnucci e avere i primi rudimenti di scrittura. Tutti questi discorsi sono al di là della sua comprensione e sarebbe bene che almeno ora stia lontano da cose come “violenza” e “discriminazione”. In secundis il grembiulino unificato educa alla discriminazione e al conformismo. Tutti uguali, e quindi chi è diverso va espulso. Questa è ideologia e ricorda in maniera sinistra il maoismo che voleva tutti uguali anche nel vestire.
Cancellare le differenze di sesso non è educativo, è anzi diseducativo. Essere differenti non significa essere migliori o peggiori, significa essere diversi e semmai il grembiulino diverso può insegnare ad un bambino che si trova in un’età in cui i maschi non vogliono le femmine tra le scatole ad accettare chi è diverso. Infine, le differenze sessuali sono biologia. Parliamo di scienza solo quando vogliamo punturare a forza tutta la popolazione italiana, ma nel caso delle differenze sessuali la biologia deve cedere il passo all’ideologia?
A questo si aggiunga l’ultima, assurda crociata dell’ineffabile Laura Boldrini contro le Barbie. “Non date le barbie alle vostre bambine” dice la signora Boldrini. E se le bambine chiedono spontaneamente la Barbie? Cos’é, bisogna indottrinare a forza?
Sono sempre esistite le bambine che hanno voluto giocare con le bambole e i cosiddetti “maschiacci” stile Jo March di “Little Women” che giocavano con le macchinine. E’ sempre una scelta spontanea del bambino.
E alla fine, ovvove ovvove, anche Jo March si sposa. Non è che cercando di creare a forza dei maschiacci poi queste rinunciano a cose “patriarcali e fasciste” come il matrimonio, come vorrebbe madama Boldrini.
Alla fine solo una cosa mi vien da dire: giù le mani dai bambini. Che siano quello che vogliono essere loro, non quello che vogliono dei pazzi ideologi di una dottrina totalmente folle e contro natura
ANDREA SARTORI