Tutti ne parlano (lo abbiamo fatto anche noi qui e qui) ma cosa c’è scritto esattamente nei lockdown files?
Il quotidiano Telegraph sta pubblicando rivelazioni tratte da circa 100 mila messaggi privati tra l’ex ministro della Salute Matt Hancock e altre cariche istituzionali. Testimoniano come, sotto Boris Johnson, la strategia della paura riguardo il Covid non era complottismo ma realtà. E soprattutto come nel Regno Unito il governo di allora non tenesse conto delle evidenze scientifiche nell’imporre le restrizioni.
IL GOVERNO JOHNSON “TRADITO” DALLA STAMPA
La giornalista Isabel Oakeshott è la biografa dell’ex ministro della Salute Hancock. Oakeshott ha consegnato al Telegraph le chat private di Hancock, violando così l’accordo di non divulgazione che aveva firmato.
La giornalista ha sostenuto di difendere un interesse nazionale pubblico e ha dichiarato alla Bbc: “Nessun giornalista degno di tale nome potrebbe mai tenere per sé informazioni così gravi su una questione del genere”.
L’ex ministro ha reagito minacciando azioni legali contro la Oakeshott, accusando il Telegraph di aver pubblicato documenti “decontestualizzati” e affermando: “Il luogo per affrontare queste questioni non sono le pagine di un quotidiano ma l’inchiesta ufficiale sul Covid”.
LA STRATEGIA DELLA PAURA
Il Telegraph racconta che, dalla lettura dei messaggi, si evince come l’intera narrativa Covid si sia basata sull’instillare paura nella popolazione e imporre soluzioni a cui apparentemente non si può dire di no. I
n un messaggio l’ex ministro della Salute dice al suo consulente per i social media: “Li facciamo tremare dalla paura con la nuova variante. Almeno si mettono in riga. Quando rilasciamo la nuova variante allora?”. “Non so”, risponde il consulente: “Ci stavo pensando (…) ma non possiamo tirare troppo sennò la narrativa per i vaccini poi non regge (…)”.
Ricordate quando il primo ministro Boris Johnson teneva party privati con numeri imprecisati di persone? Nel frattempo il suo ministro ordinava alla polizia (il cui comportamento è stato definito orwelliano dal Telegraph) di condurre una lotta senza quartiere contro chi non rispettava le restrizioni. Molte scuole chiudevano. Le multe ai disobbedienti potevano arrivare fino a 10 mila sterline. Le festività natalizie venivano cancellate.
IL GOVERNO STRAPAGAVA I CONSULENTI
I consulenti che si occupavano di testare e tracciare i cittadini costavano un sacco di soldi: complessivamente un milione di sterline al giorno, mentre gli anziani fragili erano di fatto abbandonati nelle Rsa. L’ex ministro Hancock, preoccupato più per la spesa che per il teatrino, in un messaggio diceva a una consigliera: “Secondo te come possiamo uscire da questa cosa senza dare troppo nell’occhio? I consulenti costano troppo?”. E lei: “Non so, ma è in agenda domani”.
E le quarantene? Ricordate i 14 giorni, poi divenuti 7 e così via? Erano numeri scelti praticamente a caso. Dalle chat tra Hancock e un membro della consulenza scientifica, emerge infatti che il ministro allora in carica a un certo punto rifiutò di seguire il consiglio di accorciare i tempi previsti per l’isolamento, poiché ciò avrebbe implicato ammettere che il governo si era sbagliato.
C’era poi la questione dei rapporti tra fidanzati e tra coniugi. Tutti separati, in letti separati, meglio ancora se in case separate. In uno scambio di messaggi tra il portavoce del primo ministro e un membro del comitato scientifico si legge: “Pare che la questione del giorno sia il sesso. L’obiettivo è farli stare separati, distruggere i legami familiari (…)”. “E se alcuni chiedono di potersi vedere se sono asintomatici?”. “Tu dì che sono pericolosi per i fragili che ci sono in casa (…)”.
MARTINA GIUNTOLI