Nella testa di molti il grande nemico da abbattere il Partito Democratico grande alfiere della vaccinazione obbligatoria, ma la destra che si presenta come “alternativa” è tanto meglio? Sappiamo infatti che sulla politica estera non cambierà nulla essendo la Meloni di strettissima ortodossia atlantista e Salvini, a malapena più “possibilista”. Ma sui vaccini? Già Speranza ha avvertito i suoi avversari: chiarezza sui vaccini.

Ed è chiarissima, ad esempio, Simonetta Matone, ex giudice e candidata leghista a Roma. Lei semplicemente i cosiddetti no vax li odia e sostiene di avere un “rifiuto intellettuale per loro”. Ma nella Lega è stato netto in passato anche Claudio Durigon candidato per la Camera a Viterbo, vaccinista fanatico che sosteneva che la vaccinazione dovrà andare avanti “per anni” e pensava a una produzione di vaccini qui in Italia. Su Durigon c’é la polemica per via del parco “Arnaldo Mussolini” a Latina: vuole intitolare un parco al fratello del Duce, si tuonava. In realtà quell’intitolazione era stata levata solo di recente anche perché il mite Arnaldo non era certo responsabile delle azioni del fratello (che tentò più volte di moderare). Ma ovviamente nessun cenno alla posizione vaccinista di Durigon.

Forza Italia invece candida al Senato Maurizio Gasparri, la reincarnazione di Achille Starace per posizioni politiche e acume, il quale è stato chiaro su chi non si vaccinava. Altro che il povero Arnaldo, qui siamo ai livelli di Farinacci e Cesare Forni.

Ma gli occhi sono puntati ovviamente su Giorgia Meloni, vero premier in pectore, e su Fratelli d’Italia. Giorgia mostra ancora il suo acume cerchiobottista: seppur smentita la candidatura di Matteo Bassetti Giorgina non resta immune da ambiguità: da un lato candida Francesco Lollobrigida che è stato preso di mira anche da Mentana per via delle sue posizioni moderate sui vaccini, dall’alto ci mette anche Fabio Rampelli che si disse favorevole all’obbligo vaccinale. Ma abbiamo anche l’ambigua posizione di un’altra candidata meloniana, Maria Teresa Bellucci, la quale si è prestata ad uno spottone per la terza dose ma allo stesso tempo si espresse contro il vaccino obbligatorio per gli over 50.

“Io sono Giorgia” col vento in poppa quindi evita di prendere una posizione chiara per intercettare voti in maniera trasversale. Tiene dura la linea atlantista, ben consapevole che deve tener buono il potente sponsor, ovvero l’Aspen Institute, e anche del fatto che alla fine la politica estera interessa molte meno persone. Sulla questione vaccini e pass che invece ha toccato molti nel quotidiano è più chiara.

Lega e Forza Italia hanno optato per il suicidio elettorale evidentemente. Però, detto questo, anche il centrodestra pende più dal lato vaccinista e pro green pass.

Come da copione, la classica filosofia del Gattopardo: bisogna cambiar tutto affinché nulla cambi.

ANDREA SARTORI

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