Pensavate che la censura sui social si fosse esclusivamente focalizzata sul mantenimento dell’ortodossia in materia pandemica? Avete creduto che, autocensurandovi e smettendo di parlare di vaccini o di Covid, sareste stati al riparo dagli algoritmi di YouTube e dalla persecuzione dei mastini del pensiero unico? Mi spiace deludervi ma… potreste macchiarvi presto di un nuovo psicoreato.
Come insegna il principio della gradualità, quando si innesca un processo di manipolazione e controllo delle masse, questo procede gradualmente, in modo da sfuggire alla percezione dei più, continuando però in maniera inesorabile il proprio cammino. Così, la forbice liberticida è ben lungi dal fermarsi e, anzi, si sta aprendo progressivamente per innescare una nuova guerra, questa volta contro… i “negazionisti del clima”. Il Sistema sta correndo ai ripari per blindare il catechismo sull’ambiente ed evitare che qualche dubbio scientifico incrini la narrativa sull’emergenza climatica: si scansino i negazionisti del virus (non importa se appartenete alla comunità scientifica o se riportate dati di esperti), ora la scure della censura ha deciso di abbattersi sugli eretici del clima.
Fate ancora in tempo a ritagliarvi una fascetta di tessuto rosso con la lettera “E” di “Eretico” e di cucirvela sugli indumenti. Perché se pensate in maniera alternativa al pensiero unico e al nuovo culto scientocratico, siete degli eretici che vanno boiottati, in modo da non infettare la comunità con il vostro libero pensiero.
Da settimane è chiaro che la nuova emergenza, che sostituirà a breve quella pandemica, riguarda il clima. Il movimento capeggiato da Greta, con il benestare dei potenti, non solo si pone come la nuova crisi emergenziale su cui si focalizzeranno le future misure draconiane e l’imbroglio del capitalismo green, ma anche come stampella di quel Great Reset caro alle élite tecnocratiche. L’isteria collettiva che si è innescata serve infatti a giustificare provvedimenti, ricette economiche e riassetti della società in salsa “green”. Green come il pass vaccinale, dove di “verde” non c’è nulla, ma il termine evoca ormai nelle masse una panacea di rassicurazione sociale.
All’orizzonte si pongono le armate della nuova “guerra climatica”. Cambiano i protagonisti, ma lo schema rimane immutato: una minaccia estrema e globale (citando Brzezinski), un nemico pubblico con la sua schiera di accoliti, i disertori e i dissidenti, una propaganda bellica per plasmare l’opinione pubblica e ovviamente una psicopolizia armata di censura e di tecniche di boicottaggio per inibire il dibattito e oscurare gli “eretici”. E poi… tanta tanta paura da inoculare giornalmente nelle masse tramite i media mainstream. E’ la formula del terrorismo mediatico che ha funzionato perfettamente con la pandemia. Se terrorizzi le masse, queste arriveranno ad accettare anche di adottare misure liberticide, pur di tornare a sentirsi “sicure”.
Per sostenere la narrativa politicamente corretta sul clima e boicottare le ricerche di eminenti scienziati che contestano i dati semplicistici dei vari gretini, Google e YouTube giovedì hanno annunciato una nuova politica che vieterà a coloro che criticano, dubitano, sostengono tesi alternative all’emergenza climatica di monetizzare i propri contenuti sulle proprie piattaforme tramite annunci o pagamenti ai creator.
Si tratta, scrive Axios, di
«una delle misure più aggressive che qualsiasi grande piattaforma tecnologica abbia adottato per combattere la disinformazione sul cambiamento climatico».
Pertanto, agli inserzionisti e agli editori di Google, nonché ai creatori di YouTube, sarà vietato realizzare entrate pubblicitarie da contenuti che contraddicono “un consenso scientifico consolidato sull’esistenza e le cause del cambiamento climatico”, ha affermato il team pubblicitario della società in una nota, aggungendo:
“Ciò include contenuti che fanno riferimento al cambiamento climatico come una bufala o una truffa, affermazioni che negano che le tendenze a lungo termine mostrino che il clima globale si sta riscaldando e affermazioni che negano che le emissioni di gas serra o l’attività umana contribuiscano al cambiamento climatico”.
La società afferma di essersi consultata con esperti, come i rappresentanti del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui rapporti di valutazione dei cambiamenti climatici, per creare questa nuova politica. Il rapporto ha scoperto che ci sono prove “inequivocabili” che mostrano che le emissioni umane di gas serra stanno causando il riscaldamento globale”. Google da parte sua sostiene che utilizzerà una combinazione di strumenti automatizzati e revisione umana per far rispettare le nuove norme.
Il dibattito sul clima finirà così per appiattirsi sull’ennesimo monologo: oggi si parla di demonetizzazone, domani si tratterà di censura vera e propria. A poter parlare saranno soltanto coloro che sostengono l’Ortodossia green.
Ora, se anche fosse “vera” e ineccepibile la narrativa green, è comunque segno di una erosione democratica il fatto che le Big Tech stiano cancellando la possibilità di esprimersi liberamente. I social network e la loro censura privata rappresentano oggi una delle più potenti armi a supporto del discorso politicamente corretto e contro la diffusione di qualunque idea alternativa a quelle che quel discorso ammette.
YouTube, Facebook, Twitter, Google stanno diventando sempre più potenti, trasformando spesso le loro azioni in atti autoritari nei confronti degli utenti, con conseguenze che pesano sul dibattito di una società democratica, andando a ledere lo stesso diritto di informazione.
In una società che critica e contesta qualsiasi tema e mette sotto esame qualsiasi autorità, da quelle politiche a quelle religiose, le uniche autorità che restano inattaccabili sono quelle identificate come le ancelle della “scienzah”, le cui voci si diffondono e dispiegano attraverso i media di massa, entrando quotidianamente nelle nostre case tramite televisione, radio e quotidiani, con il chiaro intento di imporci cosa pensare in base al nuovo catechismo scientocratico. La scientocrazia con i suoi pilastri e i suoi diktat, con la sua furia censoria e la volontà di piegare e soggiogare chiunque metta in discussione le sue verità di fede ed eserciti ancora il pensiero critico.