Dopo Capodanno, il gigante del gas russo Gazprom ha chiuso un altro po’ i rubinetti all’Italia e ai residui altri clienti che ancora conserva nell’Europa occidentale. Infatti ha ridotto del 10% abbondante e in un colpo solo quel che resta delle forniture dirette verso Ovest lungo i gasdotti attraverso l’Ucraina. Poi ha praticato ulteriori, più piccole, riduzioni.

Quasi contemporaneamente Gazprom ha annunciato via Twitter che le sue forniture alla Cina hanno raggiunto un livello record.

La Cina dunque ha occupato la fetta di mercato che l’Europa ha voluto lasciare libera contro il suo stesso interesse: il gas russo trasportato da gasdotti infatti costa pochissimo. Gli Usa si sono affrettati a rimpiazzare quanto più possibile le forniture russe all’Europa stessa con il loro stracaro gas liquefatto e trasportato via nave. Un affare per gli Usa: non per l’Europa.

Non sono noti i tagli praticati dopo Capodanno da Gazprom ai singoli Paesi europei. L’Italia in autunno riceveva ancora dalla Russia circa il 10% del suo fabbisogno di gas. Prima della guerra in Ucraina ne riceveva circa il 40%. E adesso bisognerà verosimilmente aumentare ancora gli acquisti di gas liquefatto e spendere ancora di più.

Esploso il gasdotto Nord Stream (Russia-Germania) e chiuso da molti mesi quello Yamal (Russia-Bielorussia-Polonia-Germania), un poco di gas russo viaggia ancora verso Ovest attraversando l’Ucraina lungo la rotta di  Sudzha.

Nei primi giorni del 2023, la rotta di Sudzha garantiva ancora il passaggio di circa 42 milioni di metri cubi di gas al giorno. Erano  diretti in Moldova e in Slovacchia. La Slovacchia poi li smistava, principalmente verso l’Austria e l’Italia.

Martedì 4 gennaio 2023, sono rimasti stabili i 6 milioni di metri cubi di gas consegnati alla Moldova via Sudzha. Tuttavia i metri cubi di gas russo diretti in Slovacchia sono scesi da 36,8 a 32,8. Oggi, lunedì 9 gennaio, da Sudzha passano solo 35 milioni di metri cubi di gas: ma la cifra comprende sia quelli diretti in Moldova, sia quelli diretti in Slovacchia.

Intanto, oltre ad offrire già ora Cina volumi record di gas, la Russia si prepara ad aumentare ulteriormente del 47%, nel corso di questo 2023, le esportazioni di gas dirette in Cina. Quest’ultima rimpiazzerà ulteriormente  i clienti europei.

GIULIA BURGAZZI

 

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