Eravamo tutti in pensiero. Ma per fortuna due illustrissimi docenti, di Diritto e Scienze Politiche, hanno trovato la soluzione all’astensionismo elettorale dilagante: il voto elettronico e il voto per posta. E’ proprio l’uovo di Colombo, come mai non ci aveva pensato ancora nessuno?
Il primo lo suggerisce via Adnkronos il costituzionalista Francesco Saverio Martini dell’Università di Roma Tor Vergata:
Ma che senso ha oggi il certificato elettorale? Perché un diritto di voto non è ancora certificabile in digitale attraverso un ‘green pass elettorale’ sul telefonino?
Il secondo, cioè il voto postale, lo suggerisce il prof. Gianfranco Pasquino dell’Università di Bologna direttamente dalla sua rubrica sull’Huffington Post:
Coloro che sono isolati hanno molte difficoltà ad attivarsi. Se nessuno me lo chiede, se nessuno parla con me, non vado a votare.
In pratica, secondo i due esimi analisti, l’astensione ha superato il 50% perché i cittadini si affaticano ad uscire di casa. Quindi basterebbe incoraggiarli con un clic sul telefonino o (la versione retrò) con una bella busta affrancata, per risolvere il problema.
Tre elementi qui destano infinito stupore. Primo, che due sedicenti esperti arrivino a conclusioni così assurde relativamente a un problema che è in realtà politico: secondo la loro tesi, gli astenuti sarebbero tutti anziani, disabili, soli e quindi non ce la fanno a trascinarsi al seggio. Ricorda un po’ la storiella degli “esitanti” dei vaccini che non andrebbero all’hub perché non hanno la macchina.
Secondo, i due cervelloni vivono in una cassaforte se non hanno mai sentito parlare degli infiniti scandali relativi al voto postale ed elettronico alle elezioni americane del 2020. Schede di defunti, stranieri, doppi e tripli voti, buste trovate nei rifiuti, macchine malfunzionanti o peggio hackerate o peggio ancora manipolate dagli addetti. Se ne discute ancora nei tribunali di tutti gli States. Proporre soluzioni simili è demenziale, in un Paese che vanta il sistema blindato carta – penna – seggio a cui molti in Usa vogliono tornare.
Terzo ed ultimo: su, non ci facciamo menare per il naso. Sono le solite furbatine, ormai è risaputo che il voto elettronico e postale è il grimaldello definitivo per la manipolazione dei risultati elettorali. E non da parte di candidati o mafiette locali, come nelle belle tradizioni di casa nostra, ma ad opera di governi e grandi potentati poco disposti a lasciare in mano a popolazioni scontente le decisioni su chi vince e chi perde. Perché, malgrado gran parte dei sistemi politici sia già ampiamente sotto controllo, può sempre capitare quel cigno nero che spariglia le carte.
Non finirà qui, coi due professoroni. Sentiremo sempre più parlare di voto postale ed elettronico: la narrazione prevede che sia il prossimo step. There is no alternative.
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