Almeno il Duce le folle oceaniche le aveva sul serio. Le manifestazioni per Draghi non paiono, per ora, replicare quelle di Piazza Venezia, a giudicare dalle foto che arrivano da queste manifestazioni. E anche la stampa mainstream è in affanno nel cercare di nascondere il flop delle manifestazioni “popolari” che tanto popolari non sono.

Enrico Mentana in “Open” cerca di nascondere l’imbarazzante flop giocando con parole e immagini: “Draghi resta. Il grido delle centinaia di manifestanti a Roma, Milano, Firenze e Torino per chiedere al premier di non dimettersi”. La parola “centinaia” è usata in maniera “subliminale” così da far sembrare “tanti” quei manifestanti quando si sa bene che una manifestazione di “centinaia di persone” è un flop. E ci piazziamo anche una bella foto in primo piano che è un trucchetto elementare per far sembrare di più le persone.

Su Twitter Luca Telese posta un’eloquente foto della manifestazione di Torino con il commento sarcastico: “Anche a Torino folle oceaniche. People for #draghi”.
Altro che le centinaia di cui parla Open: se arriviamo alla cinquantina è tanto. Il deserto dei tartari.

Il Corriere della Sera comunica, nel modo più neutro possibile (non bisogna capire che si tratta di un flop), che in Piazza della Scala c’erano duecento persone. Anche qui una foto presa da un’angolazione tale da far sembrare di più le persone. Ma duecento persone restano duecento persone e se si prende l’inquadratura giusta si capisce il flop. Manifestazione poi organizzata da chi? Dai renziani che sono quattro gatti. E la comunità ucraina precettata per avere un po’ di gialloblu alla moda.

Un po’ meglio alla manifestazione organizzata da Carlo Calenda a Roma, ma anche qui bisognerebbe levare i giornalisti dal computo. Ma da Roma arriva la foto-simbolo di queste manifestazioni: Maria Elena Boschi assieme ad un bambino mascherinato con un manifesto delirante in cui si legge “Una volta mi piacevano i maghi, ora mi piace Draghi”. Noi continuiamo a preferire Gandalf a Smaug, ma sono gusti “alle magie e alle favole non ci credo più, perciò al mio futuro pensaci tu” anvedi che bel futuro ti prepara nonno banchiere.

Al di là dell’immagine grottesca questo ricorda lo sfruttamento dei bambini da parte della propaganda ed è ancora più grottesca se si pensa che proprio Maria Etruria se la prese giustamente con una maestra che ha portato i bambini al comizio di Conte e poi fa la stessa cosa.

Va bene, oramai per i “democratici” la democrazia è antiquata e quando parlano di elezioni usano la parola “rischio” quando in democrazia le elezioni non sono mai un rischio. Noi crediamo francamente che questo sia un teatrino riuscito male per giustificare una riconferma del “buono” che resta a furor di popolo. Copione vecchio. Solo che il “furor di popolo” non c’é, a giudicare dalle foto.

Anche le dittature (perché oramai in Italia si deve parlare di dittatura) hanno avuto un consenso popolare. Altrimenti non sarebbero potute durare. Giulio Cesare, Napoleone, Mussolini, Hitler, Stalin, Fidel, Putin e qualsiasi “tiranno” possiamo citare, tutti hanno avuto una forte base popolare di sostenitori. Nel momento in cui viene a mancare quella base popolare, il regime è destinato a cadere: è successo a Mussolini dopo aver portato l’Italia all’inferno, è successo a Ceausescu.

Per questo le foto dei “quattro gatti per Draghi” alle manifestazioni ci danno speranza. Anche se domani si consumerà, come crediamo, la farsa dell’istituzione della dittatura di Draghi replica della farsa della rielezione di Mattarella questa durerà ben poco.

ANDREA SARTORI

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