Harry Potter e il Covid-19 sono finalmente insieme.

Bene,  ma non è né la prima né l’ultima volta che le due cose sono state associate, visto che già si possono acquistare mascherine per bambini con Harry Potter. Ma i due si sono impigliati nella mia mente la scorsa settimana quando, lo stesso giorno, è apparso nella mia casella di posta un messaggio su due grandi spettacoli televisivi in ​​occasione del 20° anniversario del primo film, e si è contemporaneamente diffusa la notizia di un obbligo qui in Irlanda che prescrive la mascherina a scuola anche per i bambini. I contenuti di Potter, in onda a Natale su Sky, prevedono anche Return to Hogwarts, in cui i membri del cast ricordano quanto fossero meravigliosi tutti, ecc. e Hogwarts: Tournament of Houses, che è una sorta di quiz/gameshow condotto da Helen Mirren in cui “i fan del mondo dei maghi mettono alla prova la loro conoscenza di Harry Potter”.

Presumo che questa roba sia principalmente rivolta agli adulti e il gameshow comprenderà principalmente concorrenti adulti. E dal punto di vista dei produttori, perché no? Harry Potter è molto in voga con persone che – come dire– probabilmente avrebbe dovuto rinunciare a leggere e guardare storie per bambini su magie e streghe con nomi assurdamente rococò qualche decennio fa. La Pottermania in tarda età è una delle dimostrazioni più sorprendenti del fatto che viviamo in una cultura tristemente infantile. Il che di riflesso mi riporta al Covid.

Quest’obbligo di  “mascherine per bambini piccoli” è orribile, ovviamente. Da marzo 2020 il governo irlandese ha privato i giovani di molte cose, togliendo loro sempre più diritti e libertà: le scuole sono state chiuse per mesi, le lezioni extrascolastiche sono ancora sospese, i ragazzini devono mostrare un pass vaccinale anche solo per avere una cioccolata calda , e molto altro purtroppo. Il danno fisico, psicologico e sociale di tali misure è evidente. Per quanto riguarda le mascherine, gli adolescenti le indossano a scuola dallo scorso autunno. Ora il governo ha introdotto le mascherine per gli alunni della scuola primaria, dalla terza classe (dagli otto ai nove anni) in su. E come se non bastasse stanno anche valutando sempre piu’ seriamente l’idea di vaccinare i bambini a partire dai cinque anni.

Zeloti in posizioni di autorità pubblica ci hanno portato a questo. Ed i genitori hanno lasciato tranquillamente che accadesse. Da genitore io stesso – anche se non importa essere genitori, basta essere persone dotate di raziocinio– trovo la cosa un po’ folle. Dal punto di vista della protezione dei bambini, è totalmente inutile. La stragrande maggioranza dei giovani soffre di davvero pochi effetti negativi del Covid. Quindi, nonostante il ministro della salute irlandese, Stephen Donnelly, continui a parlare di voler “mantenere i bambini al sicuro”, nessuno sembra voler rispondere a una semplice domanda: al sicuro da cosa, esattamente? Un virus che fa loro pochissimi danni?

Chiaramente, quindi, niente di tutto questo è a beneficio dei bambini. L’unica conclusione logica è che è stato fatto per proteggere gli adulti, cosa che almeno indica una qualche posizione, anche se non mi trova per niente d’accordo. Sembra che i bambini vengano sacrificati per unbene superiore“. Sono gravati dall’improbabile  peso della protezione salute pubblica o dalla riduzione della circolazione del virus, cose di cui non dovrebbero nemmeno essere consapevoli, figuriamoci coinvolti. Hanno perso molto più degli adulti durante il Covid senza averci guadagnato assolutamente nulla. Salute, educazione e privacy. Attività, appuntamenti e riti di passaggio. La loro stessa giovinezza, che dovrebbe essere libera da preoccupazioni, è stata rovinata profondamente per la codardia, il fanatismo e, forse soprattutto, l’immaturità degli adulti.

Il che ci riporta ancora una volta al buon vecchio Harry.

All’inizio ho pensato che fosse solo ironico che viviamo in una cultura adulta sempre più infantile (ho 40 anni e Grifondoro ne ha 4 per sempre!) che carica i bambini sempre piu’ di responsabilità (tutti dobbiamo fare la nostra parte in questo momento di crisi, compresi voi bambini di sette anni!). Poi, invece,  ho capito che non è affatto ironico. Questa cultura infantile è una delle ragioni principali per cui i bambini pagano il prezzo maggiore del Covid. Noi adulti siamo bambini, non disposti ad assumersi la piena responsabilità come dovremmo.

Ovviamente, non si tratta solo di Potter-maniaci di mezza età. (…) Ogni volta che qualcuno piange ai reality o agli annunci di John Lewis o alle elezioni che non vanno come volevano. Ogni studente viziato che  chiede “sicurezza” piuttosto che un po’ di istruzione. Ogni attivista che dichiara con orgoglio “il personale è il politico” e poi lo prende, beh, sul personale quando qualcuno non è d’accordo con la sua politica. Ogni attivista, o la maggior parte di loro. Ogni episodio di annullamento della cultura o di sicurezza relativo alle piattaforme over the top (ndt. OTT, over the top platforms, sono le piattaforme come Netflix, Amazon prime, etc). Tutti coloro che non possono sopportare la libertà di parola, opinioni divergenti o la possibilità angosciante che, per qualche strano motivo, potrebbero effettivamente sbagliarsi su qualcosa e si infilano le dita nelle orecchie come un bambino grande che piagnucola, per non sentire.

E lo vedi nel modo in cui gli adulti – isterici, senza spina dorsale ed egocentrici – sono disposti a sacrificare il benessere dei bambini solo per sentire se stessi al sicuro. Tutto questo capovolge il normale corso della vita e della morte. Ciò che era meglio per i bambini veniva prima e le generazioni più anziane lo accettavano. Oggi vale il contrario. In un certo senso, non è sorprendente: siamo noi i primi ad essere regrediti all’infanzia, e quindi ad essere bambini.

La società e i genitori stanno deludendo i bambini, provocando in loro danni incalcolabili. Siamo divenuti il loro imbarazzo. La roba di Harry Potter di per sé è innocua, ma alcuni comportamenti imbarazzanti hanno delle conseguenze.

di Darragh McManus, traduzione di Martina Giuntoli

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