Il sistema scolastico torna ora alla normalità come da protocollo ministeriale, ma molte realtà locali in grave difficoltà con il caro energia si discostano da quanto stabilito nei palazzi di Roma, proponendo Dad e settimana corta per risparmiare.

Secondo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi il nuovo anno scolastico 2022-2023 sarà assolutamente all’insegna della normalità, con l’abbandono di tutte le restrizioni pre-pandemia, ovviamente sempre a patto che gli indicatori prescritti dal Ministero della Salute non subiscano mutamenti.

Il ministro sulle principali testate nazionali smentisce inoltre tutti coloro che si ostinano a parlare di settimana corta per combattere il rincaro delle bollette dell’elettricità e del gas, nonché coloro che fanno accenno all’utilizzo della Dad come ultima spiaggia per contenere i costi divenuti ormai esosi.

Bianchi ha assicurato che mai in Consiglio dei ministri si è parlato di caricare il peso del rincaro energetico sulle spalle della scuola, dopo quello che la stessa ha subito negli ultimi due anni tra limitazioni e assurdi impedimenti. Anzi, egli sostiene che molto è stato fatto in termini di investimenti e di assunzioni, proprio per non ritrovarsi nelle condizioni di carenza di insegnanti cui si è assistito nel periodo della pandemia.

Bianchi sostiene semmai che, se di settimana corta si vuol proprio parlare, se ne può discutere all’interno di una ridistribuzione curriculare delle ore svolte in classe dai bambini, per arrivare gradualmente alla settimana scolastica di cinque giorni, in conformità con ciò che si fa un po’ ovunque nelle scuole europee. Il sabato sembra infatti rimasto un baluardo tipicamente italiano.

Quanto detto da Bianchi tuttavia sembra essere smentito dalle amministrazioni locali, che sulle testate regionali riportano tutta un’altra storia.

È il caso di Massa, ad esempio, per la cui ripartenza dell’anno scolastico il sindaco Persiani esprime tutta la sua preoccupazione e propone la già citata settimana corta, oltre alla probabile cancellazione delle luminare del prossimo Natale, in previsione di tempi ancora più bui.

La realtà è che le amministrazioni locali già prevedono di non essere più in grado di pagare bollette astronomiche, le quali inesorabili sono cominciate ad arrivare, e stanno cercando disperatamente un rimedio per far quadrare i conti.

Anche a Firenze si parla di settimana corta (in aula) e di possibile Dad da effettuare il sabato per completare le ore curricolari. Nonostante si conoscano ampiamente i danni provocati dalla didattica a distanza – sia sulla psiche dei bambini, sia sul loro oggettivo livello di apprendimento -, c’è ancora chi ne parla come di uno strumento utilizzabile e utile: è il caso di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Presidi, il quale ipotizza di usare tale strumento per perseguire una diminuzione sensibile della bolletta, almeno di un sesto rispetto alla settimana piena, stando ai suoi calcoli.

Inutile dire che i casi di Massa e Firenze non sono certamente isolati perché, come ormai accade da diversi anni, le faccende più strettamente amministrative, come ad esempio le bollette per l’energia elettrica e il gas, intaccano direttamente il budget che il preside dell’istituto o del comprensorio deve gestire. Per questo motivo, anche se la linea dichiarata dal Ministero è quella di mantenere le ore curricolari e di non fare uso della Dad, è lecito immaginare che le realtà locali cercheranno una soluzione diversa e sostenibile per i loro conti correnti.

Quindi, se è vero che questo anno scolastico sembra iniziare sotto auspici migliori dei precedenti, lo spettro della Dad e della riduzione di ore trascorse in classe non è da escludere a priori. Potrebbe far pagare ai ragazzi l’ennesimo prezzo di una nuova emergenza.

MARTINA GIUNTOLI

 

 

 

 

 

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