
Chris Cornell: a 5 anni dalla sua morte, più ombre che luci sulle cause del decesso
Il tempo non cambia la verità. Può solo cambiare il desiderio e la forza che si adopera nel portarla a galla. In meglio o in peggio.
A cinque anni dalla sua morte, Chris Cornell ed il suo ricordo sono ancora indelebili nel cuore di moltissimi fans. Il frontman dell’indimenticata band Soundgarden fu trovato appeso con una corda, ormai senza vita a poche ore dalla fine di un concerto nella sua camera d’albergo a Detroit.
Cosa era successo? Si era suicidato si disse, ma non fu la versione che venne divulgata subito e forse é proprio in quei primi scomposti momenti che la verità fece capolino in tutta la sua crudezza, anche se per poco.
Nelle immediatezze dell’evento la moglie fece una dichiarazione alla stampa in cui affermò che “il marito non poteva essersi tolto la vita perché non avrebbe mai ferito intenzionalmente i suoi bambini a cui era legatissimo ” e che “Chris aveva parlato anche di vari progetti per le vacanze”.
L’autopsia tra l’altro rivelò infatti massive quantità di droghe, circa sette diverse, nel sangue dell’artista, cosa che fece in seguito iniziare una querelle legale infinita tra il medico e la vedova di Cornell, Vicky. Secondo la stessa, il medico non avrebbe mai dovuto prescrivere farmaci ansiolitici al marito perché a suo parere “soggetto incline alle dipendenze“. La causa della morte, quindi, fu dalla moglie attribuita principalmente al medico di famiglia che con leggerezza aveva prescritto a Chris farmaci psicotropi per lungo tempo. Da qui a dire che Cornell si sia impiccato per colpa del medico….
Le parti hanno trovato solo recentemente un accordo (segreto) in termini monetari, d’altra parte molti dicono che Vicky sembrasse interessata più a finire la cosa (guadagnandoci) che non a investigare. In sostanza la faccenda é stata chiusa con la dichiarazione inappellabile (per il medico) che la morte di Cornell sia da classificarsi come suicidio, nonostante le 7 droghe rinvenute, e che il suicidio di Chris sia da attribuirsi ad un effetto collaterale (propensione al suicidio, per essere precisi) degli ansiolitici assunti nei mesi precedenti che avrebbe causato poi l’impiccagione dell’uomo. Il corpo del defunto fu poi cremato velocemente e con pochissimi presenti per l’ultimo saluto.
Per un certo periodo qualcuno collegò la sua strana morte ad un documentario che avrebbe finanziato con la sua fondazione e che avrebbe principalmente riguardato il mondo del traffico dei bambini, ma secondo quanto riferito nel documentario Louder than Love, il documentario non uscì mai ed i finanziamenti sparirono.
E la questione documentario fu archiviata.
Ad oggi pochi purtroppo sono coloro che si soffermano sul Cornell uomo e non sull’amara vicenda dì cui sopra, Chris l’amico di molti altri sfortunati membri del mondo della musica come Jeff Buckley, Kurt Cobain, Chester Bennington, lo stesso uomo che portava avanti con coraggio e dedizione progetti umanitari in parallelo alla musica.
Uomo tanto forte all’apparenza, quanto probabilmente sensibile dentro, Cornell era il fondatore con la moglie della ChrisAndVickyCornell Foundation, un’associazione ancora attiva atta a promuovere consapevolezza e supporto per le vittime di traffico sessuale minorile, e che collaborava con molte altre fondazioni, come ad esempio la NYSPCC, la ben nota New York Society for the Prevention of Cruelty to Children.
Anche se apparentemente la famiglia Cornell era la perfetta rappresentazione della fiaba hollywoodiana, in realtà giravano notizie di profonde crepe nel rapporto matrimoniale tra Vicky e Chris. Dopo il burrascoso divorzio dalla prima moglie, Cornell aveva voglia di rifarsi una famiglia seppur con estrema calma, eppure in una trasferta a Parigi conobbe molto velocemente Vicky, la quale dopo pochissimo rimase incinta. Il matrimonio si celebrò poi in quattro e quattr’otto, senza che Chris potesse davvero conoscere la persona che stava con lui all’altare.
Molti a Hollywood si chiedevano cosa ci avesse visto nella moglie, rude, sgraziata, nemmeno troppo bella. Ma fu così che andò. E ironia della sorte, anche una delle invitate alla cerimonia, Brittany Murphy, scomparve dì li a poco, anche lei in circostanze poco chiare.
Nell’ambiente musicale tutti pare sapessero che Vicky fosse particolarmente incline al voler far soldi e, cosa che mandava su tutte le furie Chris, aveva un modo tutto suo di gestire le finanze della fondazione. Pare che i soldi che arrivavano sui conti venissero poi spartiti secondo una ratio del 95/5 ovvero il 95% finiva nelle sue tasche e il 5% invece veniva davvero destinato ai progetti per i bambini. Giusto per fare un esempio nel periodo 2013-2016 a fronte di circa 500.000$ di entrate, l’associazione inviò ai vari progetti solo 26.000$.
Secondo vari messaggi sui social, Vicky non sarebbe stata l’unica della famiglia ad essere così interessata al denaro. La suocera, ad esempio, che viveva stabilmente in casa Cornell e che era praticamente l’ombra della figlia, sembra abbia fatto di tutto per allontanare l’intera famiglia da Chris, per poi spingere la figlia a guadagnare il più possibile dalla sua morte. La perfetta famiglia in stile Mulino Bianco, quindi, come sempre accade, nascondeva altro.
Veniamo al nodo della questione. Vicky appena un anno prima della morte di Chris, e senza motivazioni di sorta, aveva rimosso dal suo incarico la guardia del corpo del marito che lavorava con lui da moltissimi anni e di cui l’uomo si fidava al 100%, per sostituirlo con tal Martin Kirsten, proprio colui che trovò per primo il corpo del cantante nella sua camera d’albergo. A questo punto le ombre si intensificano.
Martin Kirsten, il primo a chiamare i soccorsi descrive una scena che nella fattività degli eventi non sembra corrispondere alla ricostruzione dei fatti reale. Kirsten parla di elastico rosso da cui Chris stava penzolando nel bagno, mentre se vediamo le foto di una stanza standard dell’hotel dove Chris soggiornava mostrano chiaramente un luogo che non permetteva in alcun modo di appendere un elastico o altro di simile.
Tra l’altro pare che sulla scena non lontano dal corpo sia stato trovato un elastico nero da ginnastica con maniglie, cosa che potrebbe far pensare all’elastico nero come alla vera causa della morte e a quello rosso come ad un qualcosa di indossato solo post mortem. Fu poi la stessa guardia del corpo a dichiarare che aveva somministrato a Cornell le sue due solite compresse dì ansiolitico, eppure il pubblico al concerto e la moglie al telefono (era davvero con lei che aveva parlato?) giurarono dì averlo visto diverso, perso, con la bocca completamente impastata.
Strane storie, vero?
Heidi Klum solo tre anni prima aveva comprato il silenzio dello stesso Martin Kirsten, l’allora ex della modella, con una casa e con una bella quantità dì soldi, rivelando ad un’amica “basta che non apra bocca”. In cosa era coinvolto Kirsten? Di cosa non doveva parlare con nessuno? Vi era coinvolta anche la moglie dì Cornell?
Magari stiamo unendo i puntini sbagliati, magari vediamo collegamenti che non esistono, tuttavia, ad oggi, sulla morte dì Chris Cornell rimangono più ombre che luci, e dire che il suo é un caso chiuso é assolutamente una falsità.
MARTINA GIUNTOLI
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