Stavolta la Corte Costituzionale l’ha fatta giusta: ha bocciato il quesito referendario sul suicidio assistito. E le motivazioni sono più che ragionevoli: “non sarebbe preservata la tutela minima necessaria della vita”. Così infatti si è espressa la Consulta.
Dire che ha fatto bene oggi può attirare strali e fulmini perché siamo in una società in cui “pro life” è una parolaccia mentre quasi tutto quello che riguarda la morte (aborto, eutanasia ecc) è portato su un palmo di mano. Ora l’obiezione è nota, ma non è disumano tenere in vita malati gravissimi che comunque moriranno. Ecco, qui sta l’inghippo: l’eutanasia è qualcosa di ben diverso dall’accanimento terapeutico. Il secondo è rifiutare le cure quando oramai è chiaro che la prognosi sarà comunque infausta: dire che papa Giovanni Paolo II accettò l’eutanasia su se stesso perché rifiutò le cure è una sciocchezza, rifiutò l’accanimento terapeutico, cosa molto diversa.
Il referendum invece riguardava il dare il via libera a chi chiede la morte pur non essendo un malato terminale: il quesito riguardava l'”abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”. Rileggiamo bene: omicidio del consenziente. E sappiamo bene che questa è la porta per l’inferno in terra.
L’inferno rappresentato dal caso di Noa Pothoven una ragazzina olandese di diciassette anni che chiese di morire perché depressa. E il tragico è che fu accontentata. In Olanda si può domandare l’eutanasia dai dodici anni in su, e per motivi come la depressione: invece di curarla (esiste una cosa chiamata psicologia) si preferisce uccidere. Il caso di Noa purtroppo non è l’unico, anche se il più agghiacciante. In Svizzera ci si fa un business sulla morte: non è solo il notissimo caso di Dj Fabo, strumentalizzato da Cappato, ma che poteva essere comprensibile visto lo stato del povero ragazzo, ma una donna di 47 anni ha sborsato soldi per suicidarsi in Svizzera perché depressa.
Nel Canada di Justin Timberlake Trudino l’eutanasia è consigliata ai disabili perché, questa la motivazione, “la disabilità è peggio della morte”. E questa era la filosofia alla radice del famigerato programma Aktion T4 : Hitler parlò apertamente di “vite indegne di essere vissute” dopo che una madre gli scrisse una lettera pregandolo di sopprimere “pietosamente” il figlio disabile. In Olanda addirittura è stato presentato un disegno di legge per la soppressione degli anziani “stanchi di vivere. E dopo che i giornali nostrani ti narrano come il Covid abbia fatto risparmiare all’INPS 1,1 miliardi perché ha ammazzato un po’ di anziani, cerchiamo di capire dove questo può condurre.
C’é una scena de “La vita è bella” in cui una donna racconta un problema di matematica proposto ai bambini del Reich (il problema è autentico, lo lessi sul libro di storia delle medie prima dell’uscita del film: era proposto per dare un saggio dell’orrore nazista) in cui all’alunno viene proposto di calcolare quanto lo Stato può risparmiare sopprimendo disabili fisici e mentali. La “Reductio ad Hitlerum” è una tecnica spesso usata in maniera strumentale e sbagliata, ma qui certi fantasmi li si intravede con molta chiarezza
Quindi è stata una fortuna che la Consulta stavolta l’abbia fatta giusta: le radici cristiane, pur se oramai quasi recise, hanno comunque evitato una terribile finestra di Overton.
ANDREA SARTORI
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