Si avvicinano le elezioni del 2023 e gli animi si scaldano. Questa ultima legislatura ha lasciato ferite profondissime sulla carne viva di un tessuto sociale dilaniato da una classe dirigente infame e trasversale che ha giocato e gioca con la vita della gente mascherandosi dietro un concetto di scienza prostituita alla politica. Milioni di cittadini italiani sono discriminati, sospesi, licenziati, ridotti alla fame, non curati nelle strutture ospedaliere perché colpevoli di avere capito subito quello che tanti ritardatari capiscono solo adesso.

E’ ora più evidente come grazie all’isteria pandemica, alimentata da media spesso controllati direttamente o indirettamente dai signori dell’industria farmaceutica, i padroni del vapore abbiano di fatto annullato in radice la nostra Costituzione, trasformando i diritti inalienabili degli uomini in mere concessioni di volta in volta generosamente accordate al popolino dal sovrano di turno. Conte prima e Draghi poi si sono resi responsabili di un vero e proprio golpe, dando forza ad un progetto eversivo costruito intorno a palesi menzogne.

Come dimenticare le parole con le quali “nonno banchiere” presentò la necessità di prevedere l’introduzione di un lasciapassare verde? “Il green pass serve per dare ai cittadini la certezza di frequentare solo luoghi dove nessuno contagia e si contagia”. Una bugia colossale posta alla base del più grande e grave progetto di involuzione democratica mai applicato nel mondo occidentale dal dopoguerra in avanti. I partiti di governo non sono più proponibili all’interno di una normale dialettica democratica, essendosi oramai irrimediabilmente macchiati di crimini troppo gravi che la coscienza collettiva del nostro Paese non potrà mai più dimenticare.

Dentro il Parlamento esistono poi forze “tiepide” come Fratelli d’Italia, ambigue fino al punto da contestare delicatamente la gestione emergenziale del governo Draghi sul piano nazionale, per poi esprimere sui territori personalità come il governatore siciliano Musumeci che sembra lo zio ottuso di Roberto Speranza. Gli unici che in Aula stanno dando filo da torcere ai feroci componenti del “Draghistan” sono i parlamentari di “L’Alternativa C’è” di Pino Cabras, gruppo nato in polemica con il tradimento della dirigenza grillina. E’ vero, molti degli attuali deputati e senatori di “L’Alternativa” sono arrivati a riconoscere le vere e dissimulate finalità perseguite dal governo Conte prima e Draghi con un certo colpevole ritardo, dando modo quindi agli urlatori di turno di cavalcare il mito della “purezza tradita dall’arrivo nelle piazze di opportunisti, voltagabbana ed ex fiancheggiatori di regime”.

Questo tipo di retorica può far presa su una parte di elettorato, esasperato da anni bui che hanno polarizzato a dismisura una società già di per sé inquieta. Recitare il ruolo degli intransigenti potrebbe portare qualche vantaggio tattico nel breve periodo, ma alla lunga questo posizionamento è destinato a produrre solo disastri e a liberare tossine. Alzando una barriera definitiva contro chi vede solo adesso quello che noi vedevamo dall’inizio quale risultato otterremo? Quello di auto-condannarci a fare testimonianza per sempre, incapaci di incidere sui processi decisionali perché rinchiusi in una ridotta autoreferenziale composta da una umanità presuntivamente diversa e separata, nonché fanaticamente convinta di rappresentare l’unico spiraglio di luce in un mondo dominato da tenebre e ipocrisia.

Chi come noi ha alimentato le piazze spesso in solitudine e correndo gravi rischi, dovrebbe semmai in questo momento porsi su un piano di generosità, accogliendo nel proprio campo quelli che vogliono aggregarsi dopo avere pubblicamente completato un percorso di dolorosa e pubblica autocritica. Calandoci invece nei panni del “Javert” di turno non aiuteremo quel necessario percorso di unificazione di un’area della contestazione già maggioritaria nel Paese. “L’ottimo è nemico del bene” diceva Voltaire.

Avviamo quindi subito un grande e lungimirante processo politico che ricostruisca i luoghi solidi di una politica non più ostaggio di poteri finanziari e occulti. Facciamolo senza il piglio tipico dei farisei, ma animati dal desiderio di aprire una pagina storica indispensabile per il futuro dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero. Una storia che assorbe e sorvola tutte le piccinerie, le meschinità e le mediocri ritorsioni di alcuni personaggi in cerca d’autore, grotteschi fino al punto da credere di poter condizionare il gioco grande e nobile, mantenendo intimamente però la posa di chi è abituato da sempre a fare solo e soltanto i conti della serva.

FRANCESCO TOSCANO

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