Nell’ultimo paio d’anni siamo stati abituati per forza di cose a duri colpi di scena in ogni settore della vita pubblica, CEO che si dimettono, aziende che chiudono, arresti e accuse importanti, ma quello che sembrava un mondo ancora  felice e intoccabile per gli italiani era il mondo del calcio. Ovviamente non è così, e sono gli stessi italiani a saperlo molto bene: basti pensare agli anni scorsi e a calciopoli, e a tutti agli scandali che hanno colpito prima, durante e dopo il mondo dello sport,  e non perchè si ami o si odi il calcio, ma semplicemente perchè è così che funziona quando si parla di soldi. Di molti soldi.

Oggi inevitabilmente ci troviamo a riparlare di una delle star piu’ conosciute e amate dal pubblico. Cioè a Michel Platini ed al suo rapporto lavorativo con  Sepp Blatter, nonchè  ad un presunto scandalo che avrebbe colpito il piu’ volte titolato pallone d’oro tra il 1998 ed il 2002 ed il presidente Fifa.  In quel periodo l’indimenticato numero dieci juventino degli anni Ottanta aveva collaborato con Blatter in qualità di consulente, per la quale attività aveva percepito uno stipendio di circa 300.000 Euro.

Fin qui tutto a posto. Un compenso accettabile e rientrante negli standard del caso. Tuttavia agli inizi del  2011 avviene qualcosa di strano, poichè viene predisposto dalla FIFA un pagamento con beneficiario Michel Platini del valore di 1,8 milioni di euro. Una cifra sproporzionata, e soprattutto incongruente con le cifre pattuite da contratto.

Ad oggi, secondo sentenza del 2015, entrambi Platini e Blatter sono stati sospesi. Il comitato etico della Fifa , nella persona de giudice tedesco Hans Joachim Eckert , ha stabilito che il denaro consegnato nel 2011 a Platini fosse una vera e propria tangente. “Non vi è base legale per considerarla altrimenti. L’importo non si può in alcun modo rifare a quanto pattuito nel 1999.”

Secondo il togato elvetico che sta seguendo il caso, il passaggio spropositato di soldi avrebbe a che vedere con l’assegnazione del mondiale al Qatar nel 2022. Il Qatar, come è noto a tutti, stava puntando da anni a questa assegnazione che, come è facile comprendere attira le ambizioni di molti paesi, viste le ingenti somme coinvolte tra sponsor, spettatori e società calcistiche e non. Con tattica e grande strategia, gli imprenditori del Qatar hanno  da parte loro iniziato la conquista dell’occidente per “assicurarsi” l’assegnazione. Si pensi ad esempio,  a Nasser bin Ghanim Al-Khelaifi, un ex tennista professionista, ora uomo d’affari che ha comprato il Paris Saint Germain (una delle piu’ importanti squadre francesi) proprio nel 2011. Difficile per i togati del Tribunale Penale di Bellinzona pensare che queste due faccende siano del tutto scollegate, ed infatti la pubblica accusa si baserà proprio su questo presunto collegamento e su una consistente mole di altri documenti raccolti riguardanti il mondiale del Qatar, per il quale Platini e Blatter rischiano fino a 5 anni di carcere.

Le accuse che il pubblico ministero contesta vanno dalla truffa, alla appropriazione indebita, amministrazione infedele e falso in documenti. Pare proprio che il mondo abbia voglia di giustizia e non solo nel mondo della politica, la tenacia e la serietà del pm lo dimostrano ampiamente. Intanto la FIFA, vada come vada,  ad oggi si è già attivata per riconquistare la lauta somma da entrambi gli individui.

E giustizia sia, ma non si pensi che tutto si concluderà qui. Quando calciopoli passò come un tornado sul calcio italiano, scoperchiò solo il pentolone, che però rimase sul fuoco tranquillo a far bollire la minestra, un po’ come accadde ad inizio anni Novanta con tangentopoli. Sono passati ormai trent’anni, ma  le cose infatti non paiono molto cambiate.  Questo per avvertire gli indefessi sostenitori dello sport nazionale che potrebbero ritrovarsi davanti ad altri scandali in futuro, perchè se il tifoso può dimenticare, il tribunale non deve. E come spesso si usa dire, il pallone è rotondo, e, quando rotola, può finire in ambo le porte.

Martina Giuntoli

 

 

 

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