S. Candido, Val Pusteria, Alto Adige. Uno degli alberghi più noti e prestigioso della regione, il Cavallino Bianco, nella stessa famiglia dal 1316, ha resistito alle restrizioni da Covid ordinate dal governo nazionale e rafforzate da quello provinciale del Governatore Kompatscher. Per questo sta subendo inauditi provvedimenti repressivi. Giorni fa gli è stata ordinata la chiusura di 10 giorni. Il proprietario, dicendosi in difesa dei diritti umani e della non discriminazione nei confronti di chiunque, non ha ottemperato.

Oggi, mentre Hannes Kuehbacher, lo storico proprietario del Cavallino Bianco, mi illustrava le ragioni della sua resistenza ai diktat della dittatura sanitaria, gli è stato consegnato un verbale che lo privava della licenza dell’albergo  con l’avvertenza di sgomberare l’enorme complesso entro 5 giorni.

Il provvedimento inaudito è rieccheggiato in tutta la regione ed è in corso una mobilitazione. Stanno arrivando attivisti della resistenza, oppositori delle misure totalitarie e ai sabotaggi economici inflitti a queste terre con le nuove restrizioni dei marchi verdi,  successive al disastroso azzeramento della vitale stagione invernale.

Il Cavallino Bianco sta diventando un modello, un polo di rifiuto alla devastazione sociale, economica, culturale, giuridica e sanitaria, di un’intera nazione. Anzi  di un mondo.

Trovandosi in un territorio bilingue, ma di identità storica e culturale germanica, questo albergo antico di quasi un millennio costituisce un ponte ideale tra le tante città italiane dei sabato del No Green Pass e della Libertà e la Berlino dell’ennesima rivolta per la libertà/verità.

La famiglia di Hannes Kuehbacher ha ospitato milioni di esseri umani in pace e bellezza da 700 anni.

Il presidente provinciale Kompatscher è qui da ieri.  E grazie alla nostra buonansorte domani non ci sarà  più. I Kuehbacher ci saranno ancora. E noi con loro.

FULVIO GRIMALDI

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