Molti studenti delle università nordamericane rischiano tuttora di dover abbandonare gli studi a causa dell’imposizione, da parte di alcuni Stati, della terza dose di vaccino contro il Covid.

In un articolo letteralmente rivoluzionario per temi e risultati presentati, pubblicato su Social Science Research Network il 12 settembre, nove specialisti si sono interrogati su quanto sia lecito rendere obbligatorio il booster per gli universitari. Si tratta di medici ed esperti in legge, provenienti perlopiù dalla John Hopkins University e da Harvard, che hanno attentamente valutato il rapporto rischi-benefici, stilando per la prima volta una lista tutt’altro che scontata di aspetti etici.

Dallo studio di ben 50 pagine emerge non solo che l’obbligo vaccinale è sproporzionato ed insensato, ma soprattutto che per i giovani i rischi corsi a causa degli effetti collaterali da inoculazione sono fino a 98 volte maggiori rispetto ai pericoli cui si esporrebbero infettandosi e aspettando che la malattia facesse il suo naturale corso. Gli effetti avversi di cui si parla sono principalmente pericardite e miocardite.

Vi sono anche innegabili aspetti etici legati all’obbligo vaccinale dato che, proprio come accadeva in Italia con il sistema del Green Pass, chi non si sottopone al trattamento sanitario per il momento rimane fuori dal sistema educativo statunitense e quindi si vede negato il diritto allo studio.

Secondo lo studio l’obbligo non è etico per due motivi: a) nessuno ha mai raccolto dati su quale sia il reale rapporto tra rischi e benefici per la fascia d’età in questione; b) non è possibile imporre qualcosa che anche solo teoricamente produce danni, oppure manca di trasparenza nei processi produttivi; c) ci sono ormai prove documentate che il farmaco non ferma il contagio e crea un enorme danno sociale, stravolgendo la vita di migliaia di studenti.

Al momento 15 Stati Usa riconoscono esenzioni da vaccino per motivazioni personali, filosofiche e religiose. Al contempo molte università informano genitori e studenti che questi non saranno ammessi senza aver fatto la vaccinazione, sebbene il governo federale e quelli locali non lo richiedano.

Alcuni atenei, si legge su Epoch Times, sono dotati di proprio personale sanitario incaricato di passare in rassegna le eventuali esenzioni presentate e valutarne in totale autonomia la validità.

E se il rapporto rischio-beneficio è così evidentemente sfavorevole per gli adolescenti, figurarsi per i bambini delle scuole di ordini e gradi inferiori. A tal proposito, gli esperti asseriscono che se l’obbligo non è eticamente accettabile per studenti universitari, a maggior ragione non lo sarà per i più piccoli. Lo studio si conclude con una vera e propria chiamata all’azione, chiedendo ai legislatori di interrompere immediatamente gli obblighi per i giovani, al fine di poter ricostruire un sistema sanitario di cui potersi fidare.

MARTINA GIUNTOLI

 

 

 

 

 

 

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