
YouTube prova ad imitare Goebbels con le sue linee guida sul Covid
Con quale diritto una società privata ha la presunzione di dire ai propri utenti ciò che essi possono o non possono pensare o pubblicare?
Gleichschaltung (sincronizzazione) è una parola tedesca con una ricca storia alle spalle. Essa rappresenta l’armonizzazione forzata di tutte le forme di espressione pubblica con la linea ufficiale di pensiero. Questo concetto è attualmente in fase di rinascita, anche se non nelle nazioni dell’Est.
Ogni mattina, dopo essere arrivato nel suo ufficio presso il Ministero della Propaganda, Goebbels si dedicava all’importante compito di diffondere una direttiva a tutti i media tedeschi, delineando la posizione ufficiale da tenere sulle principali questioni in un dato giorno. I media erano istruiti non solo su cosa dire, ma parimenti su cosa non dire. Il sistema istituito da Goebbels ha funzionato come per magia. Sotto la sua meticolosa supervisione, nel discorso pubblico regnava un’imponente armonia di opinioni da un capo all’altro della Germania, senza che voce alcuna si erigesse fuori dal coro.
Si auspicava che questa armonia imposta artificialmente, per quanto ammirata da alcuni, fosse giunta al termine nel 1945. Ma un bollettino di Youtube diffuso qualche giorno fa ci ricorda che non è così.
Gli utenti di Youtube sono stati bruscamente informati delle “Linee guida della comunità” ufficiali su un argomento che attualmente è in cima alla lista delle discussioni pubbliche: la crisi da Covid-19.
Ecco i punti salienti di tale guida:
Politica di disinformazione medica sul COVID 19
“Youtube non consente contenuti su COVID-19 che pongano un serio rischio di provocare danni conseguenti alla diffusione dei contenuti stessi.”
“Youtube non consente contenuti che diffondono disinformazione medica che contraddice le autorità sanitarie locali (LHA) o l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), informazioni mediche su COVID-19. Questo è limitato a contenuti che contraddicono l’OMS [sulla totale corruzione dell’OMS, vedi qui] o le politiche delle autorità sanitarie locali su:
- Trattamento
- Prevenzione
- Diagnosi
- Trasmissione
- Linee guida sul distanziamento sociale e sulla quarantena
- L’esistenza del COVID-19.
Gli scettici sono incoraggiati ad andare a verificare direttamente alla fonte se hanno dubbi circa l’autenticità di questi divieti:
https://support.google.com/youtube/answer/9891785
Trattamento dei contenuti di disinformazione:
“Contenuto che incoraggia l’uso di rimedi casalinghi, preghiera, o rituali al posto di cure mediche, siano queste ultime il consulto con un medico o il recarsi in ospedale.”
In particolare, non viene fornita alcuna definizione di “danno eclatante” o “rimedi casalinghi“, né viene fornita alcuna motivazione sufficiente per vietare tali rimedi raccomandati da persone che potrebbero aver avuto un beneficio dopo averli utilizzati. Né è spiegato a milioni di persone religiose in tutto il mondo perché la preghiera ed i riti sacri si trovano anch’essi sulla lista vietata. Tutti coloro che hanno seguito una scienza che finora ha incorporato i valori cristiani e che per molto tempo prima dell’apparizione del Covid si sono affidati esclusivamente alla preghiera per scopi terapeutici evitando le cure mediche, saranno ora tenuti a modificare le loro convinzioni? Nemmeno in Unione Sovietica i credenti sono mai stati costretti ad affrontare una scelta così cruda. Anche ai meno svegli dovrebbe essere ovvio che le linee guida di Youtube non hanno niente a che vedere con la promozione della salute dell’individuo, quanto piuttosto con l’indirizzare i pazienti a sostenere tutte quelle cure e trattamenti estremamente costosi che hanno permesso all’industria farmacologica di fare del COVID-19 una macchina mangia soldi spietata.
Tale impressione è fortemente rafforzata dai divieti qui di seguito elencati. Divieto di:
- aggiungere un contenuto che raccomanda l’uso di ivermectina o idrossiclorochina per il trattamento di COVID-19
- Sostenere che l’idrossiclorochina è un trattamento efficace per COVID-19
- fare affermazioni categoriche che l’ Ivermectina è un trattamento efficace per COVID-19
- Sostenere che Ivermectina e Idrossiclorochina sono sicuri da utilizzare nel trattamento COVID-19
- aggiungere un contenuto che raccomandi l’uso di Ivermectina o Idrossiclorochina per la prevenzione di COVID-19
- Sostenere che Ivermectina e Idrossiclorochina sono sicuri da utilizzare nel trattamento COVID-19.”
Quali prove ci sono che questi farmaci non siano sicuri? Non sono fornite indicazioni a riguardo. I governi di India, Giappone, e le autorità municipali di Città del Messico, solo per menzionarne alcuni, sono abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti dopo l’utilizzo di questi trattamenti. Così i loro cittadini guariti si trovano nella scomoda e ridicola posizione di non poter raccontare su Youtube del successo della terapia che hanno seguito a chi magari si trova nella loro stessa condizione.
Se Youtube fosse davvero solo una piattaforma di condivisione, quale possibile interesse potrebbe avere nel denigrare alternative a farmaci costosissimi, a preparati farmaceutici non testati e nocivi la cui composizione rimane ad ora sconosciuta, per i cui effetti avversi, tra l’altro, le aziende produttrici hanno uno scudo penale che le protegge?
Le linee guida di Youtube continuano a squalificare la discussione in rete sulle mascherine e sulla loro efficacia e sostenendo invece apertamente un vaccino COVID-19 approvato che causerà morte, infertilità, aborto spontaneo, autismo, o altre malattie infettive, anche se questi effetti avversi sono ampiamente documentati. E’ vietato anche affermare che “un vaccino COVID-19 approvato contenga sostanze che non sono incluse nell’elenco degli ingredienti del vaccino, come la materia biologica derivante dai feti (ad es. tessuto fetale, linee cellulari fetali) o prodotti animali.”
Non importa che diversi produttori abbiano già ammesso che è così, seppur usando il concetto subdolo di “linee cellulari fetali“ per mascherare l’uso moralmente discutibile del materiale derivante da bambini abortiti, e così via, in tristi descrizioni che anche Goebbels si sarebbe sentito troppo imbarazzato da inserire in una delle sue direttive.
I lettori sono ancora una volta invitati a tornare al link di cui sopra per avere conferma, se necessario, della misura secondo cui una corporation privata virtualmente monopolistica come Youtube (insieme ad altri, come Twitter e Facebook) sia disposta a dire ai cittadini quali opinioni possono esprimere o meno.
E ora veniamo al nocciolo della questione: Cosa succede se i contenuti pubblicati violano la politica di Youtube:
“Se il tuo contenuto viola questa politica, rimuoveremo il contenuto e ti invieremo un’e-mail per farti sapere… Se ricevi 3 strike entro 90 giorni, il tuo canale sarà chiuso.
“Possiamo chiudere il tuo canale o account per ripetute violazioni delle Linee Guida della Community o dei Termini di Servizio. Possiamo anche chiudere il tuo canale o account dopo un singolo caso di abuso grave, o quando il canale è dedicato a un’espressa violazione della politica del servizio.”
Non si sa chi prenda queste decisioni né come si possa fare appello a tali decisioni, né tanto meno consigli per vincere un eventuale ricorso.
Il lettore sveglio deve ormai prendere in considerazione la questione logica: in base a quale diritto una società privata, utilizzata per mettere i propri servizi a disposizione di tutti i cittadini su base non discriminatoria, può pensare di dire ai propri utenti ciò che essi possono o non possono pensare o pubblicare? La stessa domanda, naturalmente, può essere posta ad altre società private che stanno abusando della loro posizione privilegiata al solo fine di imporre la tirannia ideologica.
Mi vengono in mente ad esempio Twitter e Facebook.
E dove sono le autorità pubbliche quando questi tiranni privati fanno quel che fanno? Lo Stato, infatti, sembra essersi affievolito, esattamente come Marx aveva predetto, oppure potrebbe essersi semplicemente fuso con le società private per gettare le fondamenta del fascismo, come avrebbe invece detto Mussolini. Il ruolo di complicità dello Stato in questo attacco alla libertà di espressione è particolarmente preoccupante.
Pur subappaltando il lavoro sporco a società private, può sempre perfidamente affermare che ufficialmente non si sta verificando alcuna restrizione formale delle libertà personali. Il Primo Emendamento rimane tecnicamente intatto poiché non è il governo che lo sta minando. (ndt. il primo emendamento della costituzione americana è quello che fa riferimento alla tutela della libertà di espressione)
L’esperimento di controllo sociale Covid-19 è ormai in corso da quasi due anni. Non si può negare che almeno alcuni dei suoi obiettivi abbiano avuto successo, ma sotto importanti aspetti è stato parimenti anche un insuccesso assoluto. L’elenco offensivo di “dont’s” (ndt. delle cose da non fare, dei divieti) di Youtube, pubblicato dopo due anni di intenso indottrinamento globale, ne è una prova inconfutabile. Nonostante l’incrollabile sostegno da parte della politica, dei media, della finanza e della “scienza” corrotta, la narrazione Covid è crollata per una lotta implacabile da parte di partigiani competenti e informati sulla verità e sulla libertà.
I discepoli inetti di Goebbels hanno trascurato il concetto di Propaganda tedesco, paradossalmente uno dei suoi postulati chiave. Significa che, per essere credibile, efficace e, in ultima analisi, persuasiva, la propaganda deve essere fortemente legata a elementi di verità. Nell’uso costante dell’arroganza e nell’incessante affidarsi alla forza grezza, non sono riusciti nel loro intento. “Per una buona propaganda“, scriveva Goebbels, “non è necessario mentire, infatti non si deve mentire. Propaganda che fa uso della menzogna … non può avere successo nel lungo periodo … ma alla base ci deve essere un’idea giusta esposta anche in modo appropriato.”
Ovviamente non sono riusciti a trovare il modo appropriato di confezionare il Covid-19 per le masse esitanti e incredule. Quindi, la loro soluzione inelegante è stata quella di cercare di infilare a forza la propaganda nella testa della gente , approccio che rischia di essere alquanto pericoloso e che può persino ritorcersi contro. “Beh peccato” … Goebbels probabilmente starà borbottando nel suo lago di lava all’inferno.
di Stephen Karganovich – traduzione di Martina Giuntoli