Non solo la denuncia penale in Belgio. Altre grane giudiziarie piovono su Ursula von der Leyen a proposito del suo ruolo nel maxi contratto Ue per i vaccini Covid della Pfizer. Contro la presidente della Commissione Europea è stato presentato ora un doppio ricorso – d’urgenza e nel merito – di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Lo ha rivelato giovedì 8 giugno 2023 il quotidiano belga Le Vif.

Come nel caso della denuncia penale, l’iniziativa viene da Frédéric Baldan, di professione lobbysta presso le istituzioni europee. Si è rivolto alla Corte con un duplice scopo: ottenere un risarcimento di 100 mila euro e la sospensione cautelare dalla carica di von der Leyen e dell’intera Commissione Europea.

I GUAI DI VON DER LEYEN

Il risarcimento, egli ritiene, gli sarebbe dovuto in quanto la vicenda gli ha fatto perdere la fiducia nelle istituzioni europee. La sospensione dalla carica invece è richiesta per l’intera durata dell’istruttoria relativa alla denuncia penale che lo stesso Frédéric Baldan ha presentato. A suo dire e a quanto riferisce Le Vif, se durante l’istruttoria von der Leyen mantiene il suo ruolo di presidente della Commissione Europea, questo “può consentirle di esercitare pressioni (o di esercitare una qualche forma di suggestione) su altri membri della Commissione Europea […] o sui membri della squadra incaricata dei negoziati [con Pfizer] i quali potrebbero essere chiamati a testimoniare; sui magistrati incaricati delle indagini in corso o anche sugli organi di informazione”.

Allo stato attuale dei fatti, tuttavia, la trattazione della causa penale contro von der Leyen non è ancora iniziata. Prima bisogna dirimere questioni  relative alla competenza.

Infatti Frédéric Baldan ha presentato la denuncia al tribunale di Liegi, in Belgio, all’inizio di aprile 2023. Qualche giorno più tardi, come d’obbligo in casi del genere, la denuncia è stata notificata all’Eppo, la procura antifrode dell’Unione Europea: casomai quest’ultima si ritenesse competente.

L’Eppo non si è ancora pronunciata. Potrebbe richiamare a sé la causa, magari unendola alla sua indagine sull’acquisto dei vaccini Covid. Oppure potrebbe decidere che la competenza spetta alla giustizia belga. Se così fosse, quest’ultima a sua volta dovrebbe innanzitutto stabilire se la competenza è della procura di Liegi, la città in cui risiede Frédéric Baldan, oppure della procura di Bruxelles, dove hanno sede le istituzioni europee.

I RAPPORTI CON PFIZER

La vicenda von der Leyen-Pfizer occupa le cronache da mesi. Riguarda il contratto più faraonico all’interno dei faraonici acquisti di vaccini Covid da parte dell’Unione Europea. La Commissione Europea ha condotto le trattative con le case farmaceutiche per conto degli Stati membri, ai quali tocca pagare i conti. Complessivamente questi contratti prevedono fino a 10 dosi per ogni cittadino europeo, per un importo di 71 miliardi.

Nella primavera del 2021, quando cioè non c’era certo scarsità di vaccini, è scesa in campo personalmente Ursula von der Leyen. Ha condotto da sola le trattative preliminari – in realtà importantissime – per un contratto Pfizer che prevede fino a 1,8 miliardi di dosi e che si aggiunge ad altri due contratti precedentemente stipulati dall’UE con la stessa Pfizer.

Von der Leyen ha scambiato Sms con il capo di Pfizer, Albert Bourla, che risultano evaporati. Prima ancora delle grane giudiziarie, si è sollevato un vespaio relativo all’opacità della vicenda. La presidente della Commissione Europea ha scelto la linea della bocca cucita. Non risultano infatti in proposito dichiarazioni sue, della Commissione Europea o dei rispettivi portavoce. Anche il desiderio del Parlamento Europeo porle delle domande si è infranto contro un muro di gomma.

GIULIA BURGAZZI

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